MESSINA. Sono crollate due case (solo nell’ultimo mese), la chiesa, originaria del 1500, è piena di crepe, la fontana è in degrado e un palazzo (anch’esso del 1500) sta cadendo a pezzi. Insomma, il paese di Salice sta piano piano deteriorandosi ma quasi nessuno, privati o Comune di Messina, sembra avere interesse nell’evitare che vada in rovina: solo la Curia, infatti, si sta adoperando per intervenire sulla Chiesa.

E’ la condizione che lamentano i cittadini del villaggio collinare della zona Nord, che a poco a poco vedono le strade soffocate dai ruderi. “Numerose le segnalazioni, ma purtroppo tutte inutili”, spiega un residente nel villaggio.

Proprio un mese fa, esattamente la mattina del 7 novembre, infatti, crollava una casa in una via del centro storico del paese dove da parecchi anni vigeva il divieto di transito pedonale. Qualche giorno dopo ha ceduto anche il tetto di un’altra vecchia abitazione, ma andando a ritroso nel tempo non sono le uniche.

Ancora più gravi sono però le condizioni in cui versa il famoso Palazzo Pettini del 1500, di proprietà di un privato: l’edificio è stato restaurato per l’ultima volta nel 1700. Infatti, l’8 aprile del 2015 ne è crollata una facciata rivolta in una via interna al paese, successivamente chiusa per metterla in sicurezza e dove ancora oggi sono collocate delle impalcature. Già qualche anno prima presentava delle crepe, ma alle sollecitazioni, alle lettere e alle denunce inviate dalla VI Circoscrizione alla Protezione civile, alla Prefettura ed ai Vigili del fuoco, nessuno ha mai dato seguito.

Crepe come quelle presenti sulla torre “Benini”, una torretta di avvistamento del 1500 nota come “Castelluccio”, anche questo di privati, che sorge su una collinetta, e fenditure come quelle nella chiesa della Madonna delle Grazie, esistenti da quattro anni. Riguardo quest’ultima, però, il vescovo ha già fatto un sopralluogo e due anni fa è stato presentato un progetto di ristrutturazione, approvato l’anno scorso. La data di inizio dei lavori, infatti, è prevista fra qualche mese. Oltre alle crepe alle pareti, visibile anche l’umidità che penetra nel tetto, ricostruito in cemento armato negli anni ’70 nonostante la struttura sia del 1500.

Ancora a rischio c’è la fontana di piazza Principe Umberto, del 1700. Dietro questa, che già si trova in una evidente condizione di degrado a causa del suo abbandono, è stata anche edificata una costruzione moderna, incompiuta, con forati e saracinesche, che infatti penalizza l’opera realizzata 300 anni fa.

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