MESSINA. Una legge regionale inapplicata da circa 12 anni e la conseguente protesta di un’intera categoria di lavoratori sta rischiando di paralizzare buona parte del settore Beni Culturali in Sicilia, con grave danno per i cittadini e per l’immagine della Regione. E’ in corso dal 11 novembre lo stato di agitazione del personale assunto con la legge 24 del 2007, i cosiddetti “catalogatori”, che da anni oltre ai propri compiti, svolge molte altre mansioni nell’amministrazione regionale (vincolistica, sanatorie, collaborazione al piano paesaggistico, pareri e ricevimento al pubblico). Assunti con contratto a tempo indeterminato alla SAS dopo aver superato una regolare procedura concorsuale, secondo la legge del 2007 dovrebbero ora essere immessi in ruoli presso il Dipartimento per i Beni Culturali della Regione Siciliana. Ma la norma è rimasta fino a oggi inapplicata.
L’appello che sindacati e lavoratori rivolgono al presidente della Regione Nello Musumeci è quello di proseguire sulla via tracciata dal compianto assessore Sebastiano Tusa, che aveva prodotto una relazione tecnica con cui illustrava il percorso per trasferire il personale catalogatore dalla SAS alla Regione, con un risparmio per quest’ultima di ben un milione e 300 mila euro annui.

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