Caffè letterari, botteghe di artigianato e gallerie d’arte

 

Checché se ne dica, a Messina non mancano di certo i locali della movida, a partire dalla zona del Duomo e di via Cardines, che fino a qualche decennio fa ospitava meccanici e officine e adesso brulica di cocktail bar, pub e ristoranti. Uno stravolgimento estetico e concettuale da mettere in atto anche per la “nuova” Piazza del Popolo, con attività ricreative che ne rispecchino lo spirito un po’ popolare e un po’ bohemien: caffè letterari (come il vicino Colapesce ad esempio), botteghe di artigianato, gallerie d’arte e perché no, anche spazi destinati alla comunicazione, al mondo digitale e alle start-up innovative (che sì, ci sono anche qui). L’esempio è quello di tanti quartieri delle città del nord e del resto d’Europa (ma anche della Sicilia), che da anni vivono una seconda gioventù dall’anima artistica e underground, all’insegna della trasformazione urbana: piccoli “orticelli” in cui coltivare talenti, professionalità e spirito critico.

 

 

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Zio Pippo
Zio Pippo
20 Novembre 2019 15:45

Si potrebbe cominciare a chiamare Piazza del popolo col suo vero nome, cioè Piazza Francesco Lo Sardo, primo deputato comunista siciliano, fondatore della Camera del Lavoro di Messina, arrestato per motivi politici nel 1926 e morto nel carcere di Poggioreale nel 1931.