MESSINA. Con l’esaurimento della prima fase del progetto Capacity (la seconda deve essere rifinanziata), e la consegna dei primi alloggi acquistati da Arisme, la partecipata nata un anno fa per occuparsi del risanamento di Messina, lo sbaraccamento sul quale il sindaco Cateno De Luca gioca grossa part della sua credibilità, viste le alte aspettative che ha creato, entra finalmente nel vivo. Ma quante sono le famiglie alle quali dare un alloggio dignitoso, le baracche da buttare giù, le case da comprare, non lo sa nessuno.

Sembra una barzelletta, ma è la verità. Perchè l’ultimo censimento ufficiale risale a diciassette anni fa, al 2002, e riportava 2722 nuclei familiari aventi diritto: e da allora, la realtà delle baracche è profondamene cambiata. Un problema noto all’allora dirigente alle Politiche per la casa Domenico Signorelli, che lo scorso anno, in una relazione, lo metteva nero su bianco: “Ciascun nucleo familiare che insiste in area di risanamento ha modificato nel tempo la consistenza del numero dei componenti con l’entrata o l’uscita per svariati motivi (nascita, matrimonio, morte, trasferimento in altra località) dei soggetti censiti dalla Polizia municipale nel 2002″. Questo, ovviamente, non consente comunque di capire se dal 2002 ci siano altri insediamenti, nuove baraccopoli che si sono aggiunte alle vecchie e quanta gente effettivamente vi viva dentro.

Non solo: nel 2002, all’atto del censimento, si era deciso che gli alloggi sarebbero stati assegnati ai nuclei familiari che avevano residenza anagrafica effettiva nelle aree da risanare da almeno tre anni continuativi alla data del 31 dicembre 1998. “Pertanto – spiegava la relazione – hanno diritto i nuclei familiari che dal 1995 fino al momento dell’assegnazione non hanno spostato la residenza anagrafica delle baracche o casette occupate”.

Il requisito della residenza continuata per vent’anni e oltre, oggi, è un assurdo: le baracche sono passate di padre in figlio e di madre in figlia, sono state abbandonate e rioccupate, sono state comprate e vendute. Per questo, il comune di Messina ha intenzione di farne un altro. Cosa scoprirà?

Secondo Marcello Scurria, presidente di Arisme, le famiglie oggi in baracca sarebbero 2300, “ma con nuovo censimento aumenteranno“: anche perchè il comune di Messina scopre oggi insediamenti di baracche sconosciuti fino a qualche mese fa, e quindi non censiti, nonostante esistano da almeno trent’anni.

Ma a far rabbrividire sono i numeri del risanamento: “Sono stati consegnati circa 600  alloggi in 29 anni – spiega Scurria – cioè dalla legge regionale 10/1990 per lo sbaraccamento. Le buone notizie è che a dicembre e marzo ne consegneremo altri 96: entro fine dicembre ne assegneremo almeno 200“, conclude il presidente di Arisme

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