MESSINA. La mano della malavita sui servizi di sicurezza delle discoteche. È l’operazione Flower, che ha portato all’arresto di sette persone (più altre tre ai domiciliari), tutti esponenti di spicco e fiancheggiatori appartenenti ad una cellula dedita a estorsione e lesioni aggravate anche dal metodo mafioso, rapina aggravata e sequestro di persona. Nonostante il metodo mafioso (come aggravante per l’efferatezza delle condotte), non è stato attribuito il reato di associazione.

Il provvedimento restrittivo della libertà personale emesso, ha previsto la custodia cautelare in carcere per Giovanni Lo Duca, cl. ‘70; Giovanni De Luca, cl. ‘89; Kevin Schepis, cl. ‘99; Giuseppe Esposito, cl. ’93; Vincenzo Gangemi, cl. ‘74; Domenico Mazzitello, cl. ‘93; Eliseo Fiumara, cl. ’97.

Quella degli arresti domiciliari per Andrea Fusco, cl. ‘98; Placido Arena, cl. ‘89; Antonino Rizzo, cl. ‘82

“Le risse che si verificavano in maniera apparentemente casuale nelle discoteche, non erano che forme di pressione verso i gestori affinché venissero assunti determinati soggetti e pagate somme di denaro. Ogni rissa provocava la sanzione amministrativa o la chiusura temporanea da parte del questore”, ha spiegato il procuratore aggiunto Rosa Raffa. L’indagine parte da due esposti presentate dai gestori di M’ama e Palcò il 28 giugno 2019: dalle indagini si è scoperto che le risse non erano affatto casuali, ma provocate ad hoc. Coinvolti, nelle risse “pilotate”, anche l’Officina e il Golden Beach.

Il meccanismo era organizzato da Giovanni Lo Duca e Giovanni De Luca (attualmente ricercato), mandanti dei raid punitivi in seguito ai quali, per evitare le risse provocate dallo stesso sodalizio, venivano assunti come buttafuori Domenico Mazzitello e Vincenzo Gangemi.

A Eliseo FiumaraGiuseppe Esposito la Dia imputa due rapine, ad un centro commerciale e ad una sala scommesse della zona sud: per quella del centro commerciale è stato anche contestato il sequestro di persona,  con la guardia giurata tenuta “in ostaggio”. Il collegamento tra risse e rapine è costituito da Kevin Schepis, uomo di fiducia di De Luca e autore di quasi tutti i reati contestati. “Episodi di gratuita ferocia, per dimostrare la forza e l’efficacia dell’intimidazione“, li ha definiti Rosa Raffa.

L’operazione è l’epilogo delle più recenti indagini condotte dalla Squadra Mobile e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, durante i quali sono stati individuati gli attuali assetti di una frangia criminale cittadina che, nell’abito della gestione dei servizi di sicurezza presso diversi locali di ritrovo in cui si concentra la movida messinese, era riuscita ad imporre, sia ai responsabili della sicurezza che ai titolari di pubblici esercizi, il pagamento di somme di denaro per l’assunzione di personale addetto alla vigilanza tentando, addirittura, in alcuni casi, di estromettere la concorrenza e gestire così, in totale autonomia, il redditizio settore dei presidi di sicurezza presso lidi, discoteche, locali notturni ed altro.

 

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