MESSINA. Ha destato parecchio clamore la recente dichiarazione del sindaco Cateno De Luca, che in un post pubblicato ieri ha affermato di aver contratto la leishmaniosi (probabilmente) nel corso dei suoi sopralluoghi nelle baracche.

La Leishmaniosi umana è una malattia infettiva diffusa da tempo in Sicilia, ritenuta nel proprio complesso un’area endemica.

A intervenire sulla vicenda è il capogruppo del Movimento Liberi Insieme Roberto Cerreti, che si rivolge all’Asp e al Prefetto per chiedere chiarimenti urgenti in merito ai “gravi rischi igienico sanitari ed epidemioligici riferiti alla malattia infettiva contratta dal Sindaco Cateno de Luca”.

«Il sottoscritto Roberto Cerreti – scrive – a seguito delle allarmanti affermazioni, rese agli organi di stampa, dal Sindaco della città di Messina dott. Cateno De Luca, in merito alle proprie precarie condizioni di salute, avendo lo stesso, secondo quanto dichiarato, probabilmente “contratto da quattro mesi la leishmaniosi in occasione dei sopralluoghi nelle baracche”, richiede un Vostro autorevole, rasserenante e chiarificatorio intervento.  Nell’essere vicini al Sindaco, sperando che lo stesso possa recuperare a pieno nel più breve tempo possibile, non possiamo però, sottrarci da riflessioni e quesiti importanti rispetto ai seri rischi che questa tipologia di malattia infettiva comporta o potrebbe comportare in termini di rischi igienico e sanitari, di diffusione epidemiologica e più in generale di quieto vivere sociale».

«Innanzitutto – prosegue – se effettivamente il Sindaco ha contratto il virus visitando le baracche messinesi, occorre comprendere qual’è allo stato attuale l’incidenza della leishmaniosi sulla popolazione messinese che vive purtroppo nelle baraccopoli e di quale tipologia di infezione si parla, considerando che la stessa, conosciuta in tre tipi, cutanea, mucocutanea e viscerale, in alcuni casi può essere letale. Allo stesso modo, si apprende da banali ricerche internet, che il metodo di trasmissione più rapido e diffuso, oltre alla trasfusione di sangue, è rappresentato dal morso del pappatace femmina, piccolo insetto che risucchiando sangue infetto da un essere umano, ha la capacità di trasmettere il virus ad un altro soggetto, rendendo di fatto chi ha contratto la malattia un portatore sano potenzialmente pericoloso per la diffusione della stessa tra la popolazione».

«Attualmente – scrive ancora –  non sono in commercio vaccini né farmaci in grado di prevenire l’infezione (solo per i cani è disponibile da pochi mesi in Italia un vaccino), per cui chiediamo con la presente, al fine di essere opportunamente rassicurati sui rischi a cui potenzialmente potrebbe essere esposta la popolazione locale, di conoscere se esistono altri casi, oltre al sindaco de Luca, di Leishmaniosi umana in Città e quali tipi di infezione presente, quale l’incidenza della malattia infettiva sul tessuto sociale messinese, ed infine, quali in caso gli interventi preventivi posti in essere dall’Asp di Messina per tutelare ed arginare la malattia e l’eventuale fenomeno epidemiologico di diffusione tra la comunità».

 

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