MESSINA. Il Duomo di Messina è stato scelto come caso studio nell’ambito del progetto “Seismic protection of historical structures through Vibrating Structures”, di cui è responsabile Pierfrancesco Cacciola, messinese, tra i massimi esperti di ingegneria sismica, Principal lecturer di Ingegneria civile all’Università inglese di Brighton, e direttore del dipartimento di Ingegneria civile e edile. Lo studio è volto all’identificazione del comportamento dinamico del campanile del Duomo mediante la misura delle sue vibrazioni dovute a fattori ambientali, come il vento, il passaggio di veicoli o pedoni e il movimento delle campane.

Il progetto è finanziato dal consorzio Seaha che coinvolge le università di Oxford, UCL e Brighton.  Un primo modello numerico a comportamento lineare è stato realizzato da Michele Andreozzi, Alessandro Tombari e Pierfrancesco Cacciola e sarà presentato, assieme al dispositivo ViBa che riduce le vibrazioni del campanile, al convegno internazionale SECED che si terrà a Greenwich nel prossimo mese di settembre. Questo studio preliminare ha consentito poi la nascita, grazie all’iniziativa di Ivo Caliò dell’Università di Catania, di una nuova collaborazione tra Pierfrancesco Cacciola, Alessandro Tombari, Andreas Lampropoulos e Polly Morris dell’Università di Brighton, Giuseppe Occhipinti del CNR-IGAG, il Servizio Rischio Sismico del Dipartimento della Protezione Civile e lo stesso Ivo Caliò. Le prime prove sono state effettuate ad aprile dal team del Dipartimento della Protezione Civile, composto da Daniele Spina, Giuseppe Falzone, Robert Gerard e Noemi Fiorini, e utilizzate per calibrare il modello numerico.

Da poche settimane, inoltre, il campanile fa anche parte dell’Osservatorio Sismico delle Strutture, una rete di oltre 160 fra edifici e infrastrutture strategiche che il Dipartimento della Protezione Civile ha dotato di un sistema permanente per il monitoraggio della risposta sismica. All’inizio di luglio infatti, con mezzi e fondi del Dipartimento della Protezione Civile, è stato installato sul campanile un sistema di monitoraggio composto da due coppie di sensori che misurano le vibrazioni della struttura in sommità e in un piano intermedio, più un sensore alla base per registrare eventuali terremoti. Ad oggi il sistema di monitoraggio risulta essere il secondo presente a Messina (l’altro è installato nel conservatorio di musica “Arcangelo Corelli”) e l’unico nel centro storico della città. Esso, oltre a tenere sotto controllo lo “stato di salute” del campanile nel caso di futuri terremoti, anche piccoli, fornirà dati che potranno essere utilizzati per ulteriori studi sulla risposta sismica di strutture del centro storico e per modelli avanzati di accelerazione sismica calibrati per la città di Messina.

I primi risultati che utilizzeranno i segnali di rumore ambientale registrati dal sistema saranno presentati al prossimo convegno internazionale SAHC (Barcellona 2020) con l’obiettivo di sviluppare modelli avanzati del campanile in ambito non lineare, cioè in grado di simulare il suo reale comportamento sotto sisma di elevate intensità.

Un primo contatto tra il gruppo di studio è avvenuto tramite Maria Morabito, il sacerdote Giovanni Lombardo nello stabilire un primo contatto col responsabile della Cattedrale di Messina, Monsignor Giuseppe La Speme (Arcidiocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela), il quale si è mostrato subito disponibile ad abbracciare il progetto di ricerca e supportarlo in tutte le sue fasi.

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