MESSINA. Due anni e mezzo, salvo catastrofi (sempre in agguato, a queste latitudini) per il completamento del porto di Tremestieri, tre per la liberazione della rada San Francesco, per la quale è previsto un porticciolo, nel frattempo via alla barriera che separa la cortina del porto dal porto stesso, che tornerà interamente fruibile da parte dei messinesi nelle ore in cui non sono previste attività portuali (quindi la sera), mentre resterà indisponibile l’area più pregiata della Falce, quella del forte san Salvatore e della Madonnina, che la Marina non ha intenzione di mollare, come invece sembrava fosse disposta a fare qualche anno fa, alle prime stesure del piano regolatore portuale

E’ la “rivoluzione” che porterà il piano, approvato in settimana dopo una gestazione lunga un decennio. Al suo interno, le strategie che definiranno non solo il porto e le sue appendici, dalla Fiera alla zona Falcata ma, nelle parole del sindaco Cateno De Luca e del vicesindaco Salvatore Mondello, tutto l’assetto urbanistico della città.

“Non abbiamo avviato la revisione del Prg perchè la nostra strategia era condizionata dal piano regolatore portuale: la città parte da lì”, conferma De Luca, parecchio critico verso il “patto della Falce”, l’accordo tra Comune e Autorità portuale per venire a capo dei contenziosi tra i due enti. c”Abbiamo scontato atti al ribasso, io il “pacco per la Falce” non lo avrei sottoscritto ma l’ho accettato per continuità istituzionale”, continua attaccando a testa bassa. Ridefiniremo ruoli, competenze e attività ai rispettivi soggetti (Comune e Autorità portuale). Le difficoltà che abbiamo avuto sono dovute al cecchinaggio che è partito da Messina.

Il commissario dell’Autorità portuale Antonino De Simone, invece, sull’accordo sottoscritto col Comune qualche anno fa è estremamente soddisfatto, “ma parlo da tecnico, non da politico”, ci tiene a precisare. “La Falce rappresenta un eterno conflitto prima tra le istituzioni e poi tra i privati, e nel tempo è stata utilizzata solo per attività industriali rivelatesi in massima parte fallimentari, e ci hanno costretto a ritrovarci con situazioni di inquinamento ambientale che affronteremo nella seconda fase della bonifica, che partirà a giorni con una serie di demolizioni”.

Cosa permetterà di sbloccare, nella sostanza, l’approvazione del piano regolatore portuale, lo spiega Mondello: “Il futuro sarà la prosecuzione della via Don Blasco, la “via Marina”, da 82 milioni che connetterà i due porti. Altro elemento strategico che stiamo portando avanti con l’Autorità portuale è la piastra logistica (45 milioni) che ci consente di affrancarci dalla sudditanza logistica catanese per questione di mancanza di spazi dalle nostre parti. Poi la messa in sicurezza del Cavalcavia, stiamo completando le verifiche strutturali per capire dove intervenire”. Progetti che si sono stratificati negli anni (la piastra logistica addirittura risale ai tempi da assessore di Gianfranco Scoglio, poco meno di dieci anni fa) e che l’amministrazione attuale sta portando avanti.

Di “Novanta milioni di euro per la riqualificazione ambientale della zona falcata e trenta richieste per il bando per il teatro in Fiera parla invece Ettore Gentile, segretario generale dell’Authority, che svela i dettagli del progetto che ridarebbe ai messinesi il loro porto, eliminando la ringhiera che separa le banchine dalla via Vittorio Emanuele. “In seguito ai fatti dell’11 settembre 2001, le misure di sicurezza hanno imposto che le aree ad attività portuale fossero protette. Adesso abbiamo la possibilità di ridare ai cittadini il loro porto, come in passato, rendendolo libero all’accesso nelle ore in cui non sono previste attività portuali, come sere e festivi”.

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Francedco
Francedco
27 Luglio 2019 14:12

Era ora

Salvatore
Salvatore
10 Settembre 2019 22:44

Quindi torniamo a pescare al porto?