MESSINA. Il Sindacato critica aspramente l’ordinanza presentata dal sindaco di Messina, reo, secondo Mastroeni e Magistro, di essersi ispirato al governo nazionale per l’adozione di questo provvedimento “nazionalista e populista”.

“È un attacco ai poveri e non alla povertà. Si ripete anche a Messina quella modalità che in qualche città del Nord si era già presentata: l’installazione delle panchine con i braccioli per non far distendere coloro che abitualmente vivono in condizioni di difficoltà e spesso senza residenza, o la sistemazione all’interno dei portici di ferri dissuasori che non consentano il riparo per i più bisognosi”, scrivono il segretario generale della Cgil Messina Giovanni Mastroeni e la segretaria provinciale Marcella Magistro.

“Qui a Messina la modalità attuata è stata quella di un attacco diretto a chi senza dimora o con difficoltà di sussistenza, sosta ai semafori o chiede sulle scale di una chiesa o di qualche luogo pubblico, una solidarietà per un sostegno economico finalizzato alla sopravvivenza”, aggiungono i sindacalisti criticando il provvedimento di De Luca e definendolo “nazionalista e populista”.

“L’infliggere multe a chi cerca ai semafori un’offerta libera per un sostegno economico oppure un’elemosina perché senza possibilità oggettive o forze fisiche o psichiche per trovare un’alternativa di sostegno, è un attacco al povero piuttosto che alla povertà. E motivando l’ordinanza con giustificazioni di “decoro”, indicando una mappatura del centro della città dove si vieta e sottintendendo che in periferia  può essere concesso, è un modo per aggiungere una discriminazione per le persone e per la città: quartieri e cittadini di serie A e di serie B, una mortificazione e umiliazione per chi chiede sostegno per la sopravvivenza e un’ipocrisia pericolosa e coerente con il governo, dove le indicazioni sono quelle di colpire l’accoglienza, la comunità e i diritti”, aggiungono i due sindacalisti.

“Piuttosto che aggredire i poveri, la Cgil crede che si debba affrontare la povertà: solo un sostegno e giuste regole per un buon vivere comune  possono garantire alla città la sicurezza e nello stesso tempo a chi ha più bisogno di sostegno sia residenti in città o di passaggio (per vicende private o condivise tragiche e/o di migrazione), percorsi di aiuto e inserimento nel contesto sociale. L’integrazione non è un’enunciazione, è un processo di valori applicati. E in un mondo arido e spietato come quello che il governo attuale vuole costruire, a cui probabilmente il sindaco con questa ordinanza si ispira, la  Cgil Messina esprime solidarietà a chi lotta per la sopravvivenza”, concludono Mastroeni e Magistro.

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