musolino de luca lombardo

 

MESSINA. La raccolta differenziata porta a porta in tutta la città è partita col piede sbagliato: con una pronuncia del Tar che “mutila” l’ordinanza, concedendo la sospensiva su un paio di punti sostanziali,  un avvio stentato (sarebbe dovuta partire il primo giugno e invece è ferma al palo, rendendo impossibile il fantascientifico traguardo del 65% di differenziata entro il 31 luglio, come annunciato dal sindaco Cateno De Luca a dicembre scorso), e la città attanagliata dai rifiuti, il disastro sembra dietro l’angolo. Eppure l’amministrazione non sembra preoccupata. Anzi.

“Per noi non cambierà nulla, andiamo avanti senza sosta”, spiega senza mezzi termini Pippo Lombardo, presidente di MessinaServizi Bene Comune, la partecipata che per conto del Comune si occupa di rifiuti. Dello stesso tenore le dichiarazioni dell’assessore all’Ambiente Dafne Musolino: “L’intero assetto del servizio della raccolta differenziata, come impostato dal Comune e dalla MessinaServizi, ha incassato una sostanziale approvazione dal Tar con la sola eccezione di due aspetti“. Quindi cosa cambierà con la pronuncia del Tar di ieri (che ha solo concesso la sospensiva su due aspetti, e si è riservato di entrare nel merito della vicenda tra un anno)?

Niente, secondo l’amministrazione: mastelli individuali e contenitori condominiali saranno consegnati regolarmente, con le prescrizioni imposte dal Tar. E cioè che  i contenitori vadano ubicati esternamente all’edificio condominiale, sul marciapiede, per chi non ha spazi per collocarli all’interno o per chi, pur disponendo di aree interne adeguate, lamenti esigenze di sicurezza per le quali non si intende consentire l’accesso agli operatori del servizio di raccolta rifiuti. “Così facendo c’è il rischio che il contenitore condominiale si trasformi nel “cassonetto di quartiere”, spiega Lombardo. “Tutti potranno gettare di tutto, nel cassonetto incustodito”, conclude il presidente di MessinaServizi.

Cosa comporta questo? Molto, per i condomini. Perchè nell’ordinanza di De Luca è spiegato chiaramente (e su questo il Tar non ha avuto da ridire, al momento) che in caso di rifiuti buttati “a caso”, quindi senza seguire il calendario che sarà dato in dotazione ai condominii, il rifiuto resterà lì dov’è, e MessinaServizi non lo ritirerà. E al condominio resterà  “il compito di provvedere al ritiro dei rifiuti stessi, procedendo ad una corretta differenziazione prima di smaltirli nuovamente. Nel caso in cui non si fosse provveduto alla differenziazione del rifiuto non conforme ed al ripristino dello stato dei luoghi entro il termine di ventiquattr’ore, l’utenza condominiale a cui è stata contestata l’irregolarità verrà segnalata gli uffici competenti per la contestazione della violazione delle disposizioni vigenti in materia e l’applicazione delle sanzioni di legge”, si legge nell’ordinanza.

Non solo: l’obiettivo di far scomparire i cassonetti dalle strade esce dalla porta, visto che quelli blu, vecchi, sporchi e distrutti, saranno ritirati dalla circolazione con la consegna dei contenitori per la differenziata, ma rientra dalla finestra, dato che molti contenitori condominiali saranno quindi, per effetto della pronuncia del tar,  piazzati su strade e merciapiedi.

Sembra, nelle parole di Dafne Musolino e di Pippo Lombardo, che sia scongiurato uno stop imposto dalle pratiche amministrative. La riscrittura, cioè, dell’ordinanza, priva dei punti “censurati” dal tar, previo ritiro in autotutela della stessa ordinanza da parte del sindaco Cateno De Luca che l’aveva emessa ad aprile.

Questo sempre che il Tar, a giugno del 2020, non ritenga che esistono altri punti dell’ordinanza che vadano cassati.

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