MESSINA. Giusi Maniaci, direttrice del Biodistretto dei Nebrodi, ha richiesto al Dipartimento Regionale dell’Agricoltura di riconoscere quello che sarebbe il primo distretto del cibo formalizzato in Sicilia. Il piano vede la partecipazione di 280 partner locali tra cui 177 imprese agricole e decine di aziende del territorio.

“177 imprese agricole ed agroalimentari, decine e decine di aziende altre operanti nel settore della trasformazione e dell’accoglienza, svariate firme associative, ivi compresi i consorzi di tutela del germoplasma vegetale, del salame di Sant’Angelo, della provola dei nebrodi; ed ancora, tre gruppi di azione locale (GAL NEBRODI PLUS, GAL TAORMINA PELORITANI, GAL TIRRENICO MARE MONTI E BORGHI), il distretto produttivo dolce Sicilia, tre condotte slow food, l’UNPLI Messina, agenzie di certificazione, organismi di ricerca, il consorzio intercomunale Tindari – Nebrodi, la camera di commercio di Messina, 40 amministrazioni comunali per un totale di 280 partner”, scrive la Maniaci.

“È il risultato di un grande sforzo aggragativo, senza tradire i principi identitari e omogenei che stanno alla base della logica distrettuale. La chiara e tangibile risposta al momento di crisi che travaglia il territorio, sostenendo lo sforzo per un nuovo riposizionamento dell’agricoltura, con l’obiettivo di coniugare qualità e sostenibilità. Il distretto del cibo dei Nebrodi – Valdemone è l’evoluzione innovativa del distretto agricolo, esso promuovere uno strumento finalizzato ad organizzare e sostenere il sistema produttivo agricolo e agroalimentare locale, a promuovere lo sviluppo delle comunità puntando sul loro carattere identitario definito nei prodotti tipici e/o a denominazione e/o biologici”, conclude la direttrice del Biodistretto dei Nebrodi.

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