MESSINA. Linea dura contro Cateno De Luca: su un argomento, almeno, il Partito democratico messinese ha ritrovato unitarietà. ma è una “tregua armata” quella che è venuta fuori dalla direzione del partito del 15 luglio.

Nella relazione del segretario provinciale Paolo Starvaggi (approvata con 49 voti favorevoli e 4 contrari ), infatti, si legge la rivendicazione  “del proprio ruolo di forza di opposizione, seppur costruttiva e non preconcetta, nei confronti dell’Amministrazione De Luca, impegnando entrambi i gruppi consiliari (PD-LiberaMe) presenti in Consiglio comunale a seguire tale linea di condotta politica”, e si “rinnova il proprio impegno per la promozione e la difesa dei diritti di tutti i cittadini, in particolar modo delle classi sociali meno abbienti e degli “ultimi”, promuovendo in ogni sede in cui opera iniziative politiche volte al perseguimento dei detti fini, nonché alla salvaguardia dei principi democratici, di uguaglianza, di inclusione e di giustizia sociale”, quest’ultima parte un chiaro riferimento al decreto “decoro” che ha suscitato enormi polemiche all’indirizzo del sindaco.

“Contrariamente a quanto sostenuto durante la campagna elettorale, nel corso della quale De Luca si è presentato alla città come uomo nuovo contro il sistema tradizione dei partiti tradizionali dei vari schieramenti politici, in realtà, il Sindaco ha rimarcato la sua appartenenza al centrodestra – recita la relazione – è sempre più evidente il calo di appeal politico da parte di De Luca nei confronti dei cittadini messinesi, ormai stufi degli insulti, degli atteggiamenti provocatori, dei comportamenti sopra le righe, delle promesse da marinaio, delle continue minacce di dimissioni, ossia della condotta alla quale non seguono mai azioni amministrative concrete e risolutive dei problemi della città”, spiega Starvaggi.

Le buone notizie, per i democratici, finiscono però qui. Perchè c’è chi non è soddisfatto della direzione presa dalla… direzione. “Chi aveva la responsabilità di guidare il PD Messina si è limitato ad una mera (e, peraltro, incompleta) gestione burocratica del partito, trascurando del tutto l’aspetto politico ed il rapporto con i territori, con gli iscritti e con gli eletti”, lamentano un gruppo di quattordici iscritti (Armando Hyerace, Simone Bongiorno, Giacomo D’Arrigo, Dino Russo, Nicola Alpino, Francesco D’Amico, Emanuele Giglia, Antonio Napoli , Nicola Marchese, Angela Bottari, Sharon Schachter, Simone Coletta, Lidia Gaudio e Tani Isaja).  “Non è questo il partito che può rappresentare una seria alternativa politica nel nostro territorio e affrontare, con rinnovata credibilità e decisione, le sfide che ci attendono – scrivono i quattordici – Il partito necessita, anche a questa latitudine, di una ripartenza. Di un gruppo dirigente nuovo con una linea politica chiara e innovativa, una capacità organizzativa reale, e di un contatto con il territorio costante”.

Il Segretario ha nominato e presentato alla Direzione il nuovo esecutivo, che risulta così composto: Patrizio Marino (Vice Segretario), Teodoro Lamonica (coordinatore esecutivo), Piero Corona (organizzazione), Ciccio Barbalace (Circoli), Maria Teresa Parisi (Manifestazioni ed eventi – Cultura), Paolo Pino (Legalità, Immigrazione e Sicurezza); Mario Pizzino (Infrastrutture e Rapporti ordini professionali), Alberto D’Angelo (Sanità), Massimo Simeone (Rapporti con Associazioni); Giovanni Mangano (Attività produttive e sviluppo economico), Davide Bongiovanni (Enti Locali), Giovanni dell’Acqua (Scuola), Fabio Orlando (Programmazione territoriale partecipata ed economia verde); Salvo Presti (Beni Culturali e Turismo), Carmelo Popolo (Professioni sanitarie e disabilità), Simona Caudo (Università, ricerca ed innovazione), Vincenzo Signoriello (Politiche giovanili)

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