MESSINA. Dopo MessinAccomuna, ad intervenire sull’erogazione di 10 milioni di euro per il trasporto pubblico, come stabilito dalla prima sezione civile del Tribunale di Messina, è anche “Percorso comune”, lista in sostegno dell’ex assessore ai trasporti Gaetano Cacciola, che parla di “grande mistificazione” da parte della Giunta De Luca.

«Il verdetto del Tribunale di Messina che ha condannato la Regione Siciliana a corrispondere ad Atm e al Comune 10 milioni più gli interessi – si legge in una nota – sancisce definitivamente la corretta gestione Cacciola – Foti che ha portato l’Atm da un’azienda decotta ad una società che gestisce in modo efficace un servizio di trasporto pubblico. Il Percorso è stato difficile, irto di insidie e costellato di tanti sacrifici, sia da parte dei lavoratori che da parte della gestione, oculata e competente, a testimonianza che quando si ha come obiettivo il servizio ai cittadini qualunque sacrificio prima o poi è premiato dai risultati. Ed i risultati sono stati sotto gli occhi di tutti eccezionali, da Torre Faro a Giampilieri, di giorno e di notte, d’estate e d’inverno per i giovani e gli anziani. Il resto è solo fango che ritorna su chi lo ha sparso».

«Con ordinanza del 4/7/2019 – si legge ancora – il Tribunale di Messina ha condannato l’Assessorato ai Trasporti della Regione Siciliana a corrispondere all’ATM ed al Comune di Messina (che riverserà ad ATM), a titolo di differenze contributo chilometrico per gli anni dal 2012 al 2016 l’importo complessivo di circa €.10.000.000, oltre IVA (sulle somme dovute al Comune) ed interessi. Ulteriori somme a detto titolo sono dovute dall’Assessorato per gli anni dal 2017 al 2019. Peraltro, il Comune deve ad Atm il rimborso della somma corrisposta e da corrispondere dalla Azienda quale quota mutuo per il trasferimento dell’immobile di Via La Farina, rimasto in proprietà al Comune. Considerato che i bilanci negli anni 2013/2016 della gestione Foti-Cacciola sono stati esitati in pareggio, l’importo suddetto e quello dovuto per gli anni successivi costituiscono certamente un utile. Il bilancio 2017 reca un saldo passivo inesistente, sia perché va rimodulato in esito a detta decisione del Tribunale di Messina, sia perché non è sussistente il debito IVA per le ragioni rassegnate dal Giudice. L’Iva, infatti, non è dovuta dalla Regione e dal Comune sui contributi chilometrici erogati in data anteriore al contratto di servizio (1/2/2016) e non deve, quindi, essere riversata da ATM all’Erario, come erroneamente indicato nel bilancio 2017».

«Conseguentemente, al netto della situazione debitoria anteriore all’anno 2013, che va attribuita alla precedente gestione (Conti) e che è stata inserita nel piano di riequilibrio, l’affermazione del Presidente Campagna, secondo cui negli anni della gestione Foti si sarebbe verificato un disastro economico-finanziario, costituisce un evidente maldestro espediente per supportare la richiesta di messa in liquidazione di una Azienda risanata sia sotto il profilo contabile che in termini di efficienza. E non dimentichiamo che i chilometri li percorrono i lavoratori e non gli amministratori. Ci si aspetta ora – prosegue la nota – che la deputazione messinese voglia intimare alla Regione di corrispondere quanto dovuto anche per gli anni successivi al 2016, per immettere liquidità nella Azienda ed evitare situazioni di emergenza», concludono i firmatari, ringraziando gli avvocati Alberto Ciccone e Fabio Petrantoni “che hanno seguito con passione e competenza tutta la vicenda giudiziaria”.

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