MESSINA.  «Oltre 21 mila ore di lavoro straordinario nei primi 5 mesi del 2019 per consegnare ai messinesi una città ancora sporca e una raccolta differenziata rimandata di mese in mese». Così la Uil  e la Uiltrasporti commentano i dati ufficiali forniti alle organizzazioni sindacali dal presidente della MessinaServizi Bene Comune, ovvero oltre 4.200 ore di straordinario ogni mese, da inizio 2019 sino a maggio, per un totale di 21.426,46 ore.

«Ciò significa – si legge in una nota siglata da Uil e Uiltrasporti – che in soli 5 mesi si è quasi raggiunta la quota dell’intero anno 2018, per il quale il totale si attestava a circa 23 mila ore. Nell’intero 2016 la Messinambiente totalizzava circa 20mila, mentre nel 2017 si arrivava a 31mila. Si viaggia, dunque, speditamente verso la polverizzazione di ogni record».

«Di fronte a tali dati – dichiarano Ivan Tripodi  e Michele Barresi – le valutazioni da farsi sono oggettive. Gli sforzi e la disponibilità dei lavoratori, seppur enormi, non bastano a sopperire evidenti criticità gestionali e operative che consegnano ancora ai messinesi un servizio non adeguato ai costi elevatissimi».

Tutti i numeri sono stati raccolti dalla Uiltrasporti in un documento inviato al Cda di MessinaServizi e al sindaco Cateno De Luca:  nel report “si registra un quantitativo di 10.614,72 ore di lavoro straordinario per il trimestre  gennaio – marzo, cui si aggiungono ben 10.811,74 ore nel bimestre aprile – maggio, per un totale complessivo di 21.426,46 ore in appena cinque mesi; una media di 4285,29 ore al mese“.

«Sono valori elevatissimi – continuano Uiltrasporti e Uil- tra l’altro in forte crescita, dato che la misura del bimestre aprile – maggio è già superiore al trimestre gennaio – marzo ed in estate i dati fisiologicamente crescono. La carenza di organico in MSBC è un dato strutturale cui non si può sopperire con un tale volume di straordinario. Riteniamo che sia il ricorso alle circa 70 borse lavoro per tre mesi a 20 ore settimanali, sia le 40 assunzioni a tempo determinato previste a novembre nel Salva Messina, di cui per entrambe ancora non vi è traccia concreta, non possano risultare sufficienti a garantire livelli qualitativi adeguati nei servizi di competenza attuali, né tantomeno il passaggio delicato alla futura raccolta porta a porta».

«Di certo – si legge ancora – la Dirigenza Aziendale dovrebbe rappresentare dettagliatamente al socio Comune di Messina a quanto ammonta il peso di questo lavoro straordinario per le casse pubbliche. Secondo il contratto nazionale il ricorso al lavoro straordinario, è previsto “… ove particolari anche imprevedibili esigenze di servizio lo richiedano … con un tetto massimo di 150 ore annue pro-capite non cumulabili”. Appare evidente come un ricorso al lavoro straordinario nella misura sopra rappresentata prescinda palesemente dal presupposto della particolarità e/o imprevedibilità ma sia, invece, divenuto un elemento “patologicamente” ordinario.Rispetto al tetto massimo delle 150 ore annue siamo dinanzi ad un vero disastro, a maggior ragione che il termine di riferimento indicato nel prospetto trasmesso è limitato a sole 5 mensilità. Circa 47 unità lavorative hanno già superato il suddetto limite; 16 unità sono ben oltre le 300 ore e 10 unità sopra le 400 ore. Addirittura qualche operatore ha già più che quadruplicato il limite contrattuale e 23 dipendenti hanno superato le 100 ore».

«Di recente – spiegano ancora i sindacati – l’Azienda ha trasmesso una nota ai responsabili dei servizi invitando gli stessi a sospendere gli straordinari per alcuni lavoratori, ma tale atto assume i connotati della “foglia di fico” dinanzi alla evidente constatazione che fino ad oggi il tutto è stato autorizzato dagli stessi vertici aziendali, e occorre verificare il rispetto delle norme in materia di salute e sicurezza dei lavoratori correlate all’orario di lavoro di cui al D.Lgs. n. 66/2003. Inoltre, non possono non nutrirsi perplessità circa le procedure interne attraverso le quali vengono autorizzate le ore di lavoro straordinario e sulla base di quali criteri. Si verifica spesso e volentieri che, una volta svolte le ore di straordinario, il responsabile di turno presenti un prospetto al Direttore Operativo e/o al Direttore Generale pro tempore, nonché nel nostro caso presidente del CdA, i quali dinanzi al fatto compiuto non facciano altro che autorizzare quanto di fatto è già stato compiuto».

«Sotto altro profilo – proseguono ancora – il prospetto trasmesso ai Sindacati palesa come sussista uno squilibrio enorme nella distribuzione del lavoro straordinario tra i dipendenti.Infatti, insieme alla misura complessiva ed ai picchi toccati da alcuni, si rileva come fino al mese di maggio lo straordinario abbia riguardato solo 254 dipendenti sul totale di 507. Dunque, le 21.426,46 ore totali riguardano solo la metà dell’organico. Inoltre, si rileva che 97 unità lavorative non superano le 20 ore e, di queste, 59 unità non vanno oltre le 10 ore. Nella fascia tra le 100 e le 20 ore ci sono 89 dipendenti».

«Da tale analisi si evince che nel “marasma generale” di questo incredibile ricorso allo straordinario, l’Azienda tende a usufruire di uno zoccolo duro di pochi eletti (pari a circa 70 unità tra cui una parte tocca livelli stratosferici) senza alcuna equità. Quella dell’equità non rappresenta una mera “questione morale”, ma va ben oltre perché è evidente che una adeguata ripartizione delle ore di lavoro straordinario tra più dipendenti consentirebbe di non superare il limite contrattuale delle 150 ore annue pro capite ovvero, almeno, tendere il più possibile al rispetto dello stesso».

«Occorre che si verifichi attentamente la situazione gestionale della partecipata MSBC – concludono Uil e Uiltrasporti – e che anche il Consiglio Comunale faccia sentire la sua presenza sul tema rifiuti. È plausibile ritenere che il mutamento di sistema nel settore della raccolta differenziata attraverso il porta a porta in corso di avviamento porterà ad un ulteriore innalzamento del ricorso al lavoro straordinario nei prossimi mesi se non vi saranno adeguati provvedimenti e assunzioni, stabili e non a tempo determinato. Reputiamo opportuno che la spesa pubblica ulteriore sostenuta per il ricorso al lavoro straordinario nella misura e nelle modalità acquisite agli atti vada verificata dagli organi competenti, ancor più perché non vediamo fattivi riscontri nella qualità dei servizi resi, dato che la città risulta essere sporca ed infestate dalle erbacce. Per intere zone e strade della città scerbatura e spazzamento sono diventati da tempo prestazioni occasionali e lo stesso servizio di raccolta non risulta di certo adeguato».

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