MESSINA. «C’è chi taglia nastri su nastri e chi taglia a fette la fame…». Inizia così il lungo intervento dei sindacalisti della Uil Pasquale De Vardo e Ivan Tripodi, che in una nota intervengono sullo scenario occupazionale in città nel comparto dell’edilizia, attaccando duramente il primo cittadino Cateno De Luca, accusato di lanciare via social continue “bufale” in merito a un futuro sviluppo radioso e ricco di lavoro ed occupazione per il nostro territorio, con specifico riferimento alla copertura del torrente Catarratti-Bisconte, agli approdi di Tremestieri, a via Don Blasco e alla questione Risanamento.

«Ad oltre un anno dall’insediamento del sindaco di Messina De Luca, anche nel comparto dell’edilizia tutto tace e nulla si muove, tranne che l’assordante fragore provocato dalla rabbia dei lavoratori edili messinesi affamati di occupazione e di lavoro – scrivono i due segretari – Il sindaco De Luca, dopo la patetica pantomima del sedicente “salva Messina” a cui è seguita la disastrosa performance elettorale delle recenti europee, si è tuffato a capofitto nel ruolo a lui più consono, vale a dire il taglia-nastri a tempo pieno; attività dedicata all’inaugurazione di rosticcerie, bar, tabacchi, boutique di abbigliamento, negozi di frutta e verdura, senza dimenticare di lanciare via social, almeno una volta al dì,  proclami o, per meglio dire, bufale relative ad un futuro sviluppo radioso e ricco di lavoro ed occupazione per il nostro territorio. I fatti, però, hanno la testa dura e non possono essere mistificati o manipolati», proseguono, elencando una serie di criticità, fra le quali la realizzazione della copertura del torrente Catarratti-Bisconte, “il cui appalto, al di là dei proclami del sindaco è totalmente fermo a causa del ricorso giudiziario presentato dalla Toto costruzioni, la seconda azienda classificata nella gara, e si preannunciano tempi biblici per la definizione della questione”.

«Inoltre – si legge ancora nel testo – come non ricordare l’ennesima consegna dei lavori degli approdi di Tremestieri, alla quale, dopo la prima cerimonia compiuta durante la giunta Accorinti nel marzo 2018, è seguita, in pompa magna, la seconda consegna nel settembre 2018. Fu una giornata memorabile per l’immagine del sindaco De Luca, novello caudillo, alla guida di un trattore che rappresentava l’emblema dello sblocco dell’opera. Ad oggi, però, nonostante i trionfalistici annunci e le ben due consegne dei lavori, anche gli approdi di Tremestieri rischiano concretamente di trasformarsi nell’ennesima incompiuta, non ve traccia né di inizio lavori né di lavoratori».

Sotto la lente della sigla sindacale anche la realizzazione della via Don Blasco, “che la giunta De Luca si è trovata pronta e confezionata”, e che “rappresentava l’unica opera pubblica realmente in fase di realizzazione che, però, si è arenata a seguito del ritrovamento di ordigni bellici e che, per tale motivo, rischia di impantanarsi per lunghissimo tempo”: «Proprio riguardo la via Don Blasco – spiegano De Vardo e Tripodi – sarebbe opportuno che l’amministrazione comunale, nella qualità di committente, vigilasse e si chiedesse come mai i pochissimi lavoratori messinesi assunti in quel cantiere si sono dimessi dopo solo pochissime giornate di lavoro».

Nel lungo excursus non manca un riferimento a quello che viene definito “un cavallo di battaglia del sindaco De Luca”, ovvero il risanamento. «Si tratta – commentano – di una scottante tematica che, nei fatti, ha solamente consentito di creare l’Arisme, ennesimo carrozzone politico con tanto di Cda, Revisori dei conti e dipendenti, che, ad oggi però, non ha prodotto nemmeno lo straccio di un misero progetto o di una sola cantierizzazione. Pertanto, visti i fatti, il credito concesso dai lavoratori delle costruzioni al sindaco De Luca si è esaurito e le migliaia di lavoratori edili messinesi manifestano quotidianamente la loro cocente delusione».

Infine la “stoccata” finale: «Nessuna opera è stata progettata, realizzata o sbloccata dalla giunta De Luca che ormai procede spedita verso l’ennesimo fallimento che, temiamo, sarà rappresentato dalla perdita definitiva delle ingenti risorse provenienti dai Patti per Messina, per la Sicilia e dal masterplan: circa 800 milioni di euro complessivi. Insomma, nessuna prospettiva occupazionale per gli edili messinesi e, contestualmente, la totale assenza di una qualsivoglia visione o idea di città.  I lavoratori occupati nel comparto delle costruzioni che hanno perso il lavoro negli ultimi 9 anni sono oltre 12.000 e, tenuto conto della drammatica realtà, possiamo affermare che questo stato di cose presto provocherà una motivata mobilitazione e il fragore provocato dalla fame di occupazione dei lavoratori edili si trasformerà in un frastuono assordante nei confronti della fallimentare giunta De Luca», concludono. 

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