MESSINA. “I progetti in cantiere e quelli da sbloccare ci consegnano nell’isola ancora una ferrovia di serie B e parlare oggi solo di ponte sullo Stretto è come parlare del sesso degli angeli”. Lo sostiene Michele Barresi, segretario provinciasle di UilTrasporti, commentando il decreto “sbloccacantieri”

“Nella pasticciata “mappa geografica” proposta e poi subito modificata in queste ore dal Ministero delle Finanze, tra le grandi opere da completare dello “sblocca cantieri” ( foto 1 ) nulla c’è per la Sicilia e la sua rete ferroviaria, mentre resta indicata nella seconda versione modificata , una utopistica “TAV” , alta velocità tra Messina – Catania e Palermo ( foto 2 ) menzionata tra i cantieri già aperti delle “grandi opere”, perpetrando così il bluff dell’Alta Velocità in Sicilia, già caro ai Governi Renzi e Gentiloni. Una menzogna per anni ripetuta da Governi nazionali e regionali che si dissero pronti a far sbarcare l’alta velocità nell’isola con la cosiddetta “cura del ferro” dell’ex ministro Delrio che ha lasciato però la Sicilia più anemica che mai . 

“Tutto appare ancora più paradossale perché avviene mentre i siciliani riscoprono il gusto, un po’ effimero e po’ vintage, di dividersi tra “pontisti” e “no pontisti” con il fiorire di iniziative dell’una e dell’altra fazione – dichiara Michele Barresi segretario generale Uiltrasporti Messina – mentre nell’isola si continuerà a viaggiare a 90 km orari di media e sullo stretto raggiungere l’altra sponda in treno o in traghetto resta un’idea ottimista e in alcuni orari persino ambiziosa”

“È chiaro che discutere di ponte oggi è come parlare del sesso degli angeli – continua Barresi – perché la politica che ha spacciato in questi anni i pochissimi investimenti previsti per la rete ferroviaria siciliana come funzionali a portare addirittura l’alta velocità in Sicilia ha mentito sapendo di mentire o sconosce cosa sia la vera alta velocità, quella dei 300 km/h da Roma a Milano ”

Sarebbe ingeneroso puntare il dito solo sull’attuale Governo , ma di certo la visione nord centrica dello sviluppo infrastrutturale degli ultimi decenni – continua Barresi – ha causato un gap irrecuperabile nel sistema ferroviario isolano che non può di certo essere colmato da una Tav farlocca o dalla sola costruzione del ponte sullo stretto, peraltro evidentemente lontana dagli attuali progetti del Governo giallo-verde . Insomma finora ai 5 milioni di siciliani sono state sventolate illusioni , cinque miliardi di euro già del contratto integrativo di sviluppo – continua Barresi – riguardano unicamente cantieri che dovevano partire nel 2015 e in buona parte opere che già dovevano essere quasi completate . Oggi le rispolveriamo forse per mero populismo, spacciando ancora per “TAV” il solo progetto di raddoppio della Messina – Catania e una misera  velocizzazione della Catania – Palermo. Per la linea Messina – Palermo invece , dorsale sulla quale viaggia il 30% dell’utenza e che è la più remunerativa nell’isola, non c’è progetto alcuno di raddoppio per quasi la metà dei 230 km che dividono i due capoluoghi . Insomma – conclude Barresi – continuano a venderci come nuovi sempre gli stessi cantieri mai completati e le stesse “grandi opere ” che grandi non sono , mentre i siciliani viaggiano spesso con treni trainati ancora da locomotive dell’ante guerra, su un binario unico per l’80% della rete, all’altissima velocità di 90km orari”.

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