MESSINA. Qualche giorno dopo l’esito delle urne, dopo la ridda di commenti di ogni tipo, arriva “a freddo” l’analisi del segretario provinciale di Articolo Uno Domenico Siracusano, che mette in evidenza l’esigenza di ripartire da “valori e identità”, invitando al contempo il primo cittadino Cateno De Luca a tornare ad occuparsi della città dopo il risultato elettorale, giudicato molto deludente.

«Il risultato complessivo delle Elezioni Europee – si legge in una nota – segnala alcuni dati inequivocabili, evidenti soprattutto in Sicilia e nel nostro territorio. Il vero vincitore è il partito dell’astensione: più del 62% degli aventi diritto non si è recato a votare. Uno scenario desolante che conferma come la maggioranza dei cittadini non creda più nella possibilità che la politica possa costruire soluzioni ai problemi concreti delle persone. L’ennesimo campanello d’allarme per le forze democratiche e di sinistra. A questo dato si aggiunge il fatto che, tra coloro che hanno scelto di votare, oltre il 50%, in Sicilia, ha votato M5S e Lega. I siciliani scelgono i  partiti di governo che però mantengono una forte carica di protesta. In provincia di Messina, l’andamento è sostanzialmente identico con una maggiore tenuta di Forza Italia».

«Sfiducia nella politica e sostegno a forze antisistema – prosegue la nota –  indicano in maniera evidente la condizione dei nostri concittadini. In questo quadro c’è poco da essere soddisfatti per la tenuta della lista unitaria costruita intorno al PD e al PSE. È, invece, dal sostegno alla candidatura di Pietro Bartolo, a cui come Articolo Uno abbiamo dato il nostro contributo, che si può ricavare una indicazione rispetto alle prospettive di impegno. Bartolo ha comunicato una identità chiara, fatta di valori praticati, nella quale decine di migliaia di elettori (oltre 115 mila, in Sicilia) si sono identificati. In una delle tante iniziative organizzate in provincia di Messina una ragazza che, dopo gli studi da qualche anno lavora all’estero, ha dichiarato, commossa:  “io sono tornata per votare Bartolo, perché rappresenta i miei ideali e la mia visione di società: dobbiamo reagire”. La politica, specie a sinistra, deve ritrovare la capacità di essere significativa per le donne e gli uomini del nostro territorio. Parlare al cuore e alla testa, recuperare capacità di rappresentanza. Bisogna farlo con chiarezza e determinazione, schierandosi dalla parte dei più deboli, a partire dalle periferie, non solo urbane, dalla quali la sinistra è sostanzialmente scomparsa. Dalla costruzione di una identità riconoscibile possono discendere proposte concrete che intercettino i bisogni dei cittadini».

Spazio poi alla disanima del voto in città: «Anche per la provincia di Messina – prosegue Siracusano – il capoluogo soprattutto, serve costruire una visione di futuro, fondata su pochi punti – rapporto con il mare, salvaguardia ambientale ed economia verde, turismo, welfare di comunità – ma capace di rimettere in moto l’economia e creare lavoro, altrimenti il declino diventerà inarrestabile. Gli elettori hanno dato un messaggio chiaro al Sindaco De Luca che per tre mesi l’ha abbandonata per dedicarsi alla sua campagna elettorale. Un risultato ancora più che magro, quello dell’Assessore Musolino, se consideriamo il fatto che era appoggiata anche da Sicilia Futura. I messinesi sono stanchi di chi vuole utilizzare la propria città per costruire carriere politiche personali. De Luca riprenda la guida della città insieme ai suoi nuovi alleati di centrodestra, Forza Italia e Sicilia Futura. Alle forze democratiche, civiche  e progressiste – conclude – il compito di costruire un’alternativa che aggredisca nel merito le politiche dell’amministrazione senza immaginare scorciatoie o facili vie di fuga. È necessario  costruire uno schema politico innovativo che sappia coniugare l’unità di un fronte ampio insieme alla discontinuità di programmi, percorsi, soggettività politiche. In questa prospettiva Articolo Uno è impegnato nella realizzazione di una trama di relazioni politiche e sociali perché Messina può e deve avere una via di uscita dalla drammatica crisi socio-economica che l’attanaglia da anni ormai».

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