MESSINA. Al terzo posto in Italia per pediatri, al sesto per medici di base, ma anche ottantanovesima per tasso di mortalità e addirittura 92ma per aumento delle speranze di vita, e provincia in cui si consumano più farmaci per il diabete. Questa è Messina dal punto di vista sanitario, che ottiene una 64ma posizione in graduatoria generale nella classifica del Sole 24 ore che fotografa la salute degli italiani nelle 107 province attraverso dodici indicatori che rilevano la mortalità, la speranza di vita, la diffusione di farmaci per malattie croniche e l’accesso ai servizi sanitari sul territorio, che saranno utilizzati nell’ormai celebre indagine sulla qualità della vita, che nel 2019 è arrivata alla trentesima edizione.

Gli indicatori in cui la provincia messinese eccelle sono la presenza di pediatri, un numero apparentemente sterminato di professionisti per ogni mille abitanti di età compresa tra 0 e 15 anni, che le consentono una spettacolare terza posizione in graduatoria, ma anche di medici di base (settima posizione) e geriatri (una onorevolissima 23ma) posizione, che praticamente consente una invidiabile copertura di tutte le fasce di età, dall’infanzia agli over 65.

E infatti, contrariamente a quello che si potrebbe pensare, è ottima anche la ventiduesima posizione nell’indicatore della recettività ospedaliera, a cui fa però da contraltare la 54sima posizione, non troppo felice, in quello della emigrazione ospedaliera, con un 8,4% di dimissioni di residenti avvenute fuori regione: i messinesi, pare, non amano troppo curarsi “in casa” (o sono costretti ad andare via, questo gli indicatori non lo spiegano).

Le note dolenti arrivano con i tassi di mortalità: la provincia di Messina, con l’89 posizione, è una di quelle in cui in Italia si muore di più. Conseguenza abbastanza ovvia è l’ancora peggiore 92ma posizione nell’aumento della speranza di vita, cioè l’incremento dell’età attesa alla nascita dal 2002 al 2017.

Di cosa si muore a Messina?  Di infarto, essenzialmente: 85ma posizione in classifica, frutto del piuttosto alto valore di 2,5 morti ogni mille abitanti nell’intervallo di tempo preso in considerazione (dal 2012 al 2016). E nonostante i 14,1 morti ogni mille abitanti (sempre dal 2012 al 2016), nella graduatoria delle morti per tumore Messina è in posizione tutto sommato tranquilla: quarantunesima. Un dato controintuitivo, data l’elevata incidenza di neoplasia nelle zone più fortemente inquinate da industrie invasive.

Un altro indicatore non esattamente positivo è il consumo di farmaci: 92ma per quelli contro asma e patologie respiratorie, poco meglio (73ma posizione) per quelli contro l’ipertensione (dato direttamente collegato all’alta incidenza di morti per infarto), disastrosa l’ultima posizione per i farmaci contro il diabete. Messina è la provincia in Italia in cui se ne consumano di più. Dato pessimo non solo in sé, numericamente, ma anche per le implicazioni socio-sanitarie: secondo il Rapporto epidemiologico Passi dell’Iss, l’incidenza del diabete è più alta nelle persone con basso livello di scolarità e con difficoltà economiche, senza dimenticare i fattori di rischio associati come la familiarità, lo scarso esercizio fisico e il sovrappeso.

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