MESSINA. I sette assessori, sommati, guadagnano poco più della metà di quanto guadagna il loro sindaco: a fare i conti in tasca all’amministrazione di Cateno De Luca, il dato che emerge è questo. E non durerà molto, perchè “l’exploit” finanziario del sindaco, che lo ha reso il deputato più ricco dell’Ars per il breve periodo in cui è stato parlamentare regionale, si riferiva a redditi del 2016, derivati in gran parte di compensi di fine rapporto dal suo ruolo di dirigente della Fenapi, al quale ha rinunciato prima per l’Ars e poi per la poltrona più alta di palazzo Zanca. I suoi assessori, ottemperando a precisi obblighi di legge, hanno depositato le loro dichiarazioni dei redditi, in maniera piuttosto “disordinata”, dato che alcune si riferiscono al periodo d’imposta 2016, altre del 2017 (qui quelli dei consiglieri comunali)

E quindi, escluso Cateno De Luca, che veleggia sui seicentomila euro (594mila, per la precisione, nel periodo d’imposta 2016), il più abbiente tra gli assessori è il vicesindaco Salvatore Mondello, ingegnere e architetto, la cui dichiarazione Rpf 2018, quindi relativa al 2017, riposta redditi per complessivi 162.681 euro, che arrivano dopo detrazioni fiscali sui compensi percepiti, oltre 205mila euro. Libero professionista con decine di progetti nel curriculum da oltre venti pagine, dal 2016 è responsabile dell’area tecnica e dell’ufficio di prevenzione e protezione della Fenapi, “creatura” di Cateno De Luca. In base a un complicatissimo calcolo, Mondello da vicesindaco percepisce 4.099,63 euro (lorde, che diventerebbero 2,049,82 se non chiedesse l’aspettativa), che equivalgono al 75% dell’indennità di funzione del sindaco (che è di 5.466,19 euro lorde). Cifre ancora non inserite nella dichiarazione dei redditi disponibile, così come per tutti i colleghi.

Distanziato, di parecchio, è l’assessore alla Cultura Roberto Vincenzo Trimarchi, preside (e poi dirigente scolastico) dal 1996 ad oggi, nel modello 730 sui redditi del 2017 dichiara qualche spicciolo meno di 67mila euro.

Dichiara invece un reddito che si aggira intorno ai trentamila euro Massimiliano Minutoli, assessore alla Protezione civile, che dal 1988 fino al 2016 è stato un sottufficiale di Marina (carriera militare che ha condiviso con Salvatore Mondello, in divisa dal 1989 al 1991), e dal settembre dello stesso hanno si è congedato “e si occupa di attività sociali senza scopo di lucro nella gestione del circolo Fenapi “Piemonte” di Messina. Minutoli è stato anche consigliere del III quartiere.

Alessandra Calafiore, assessore ai Servizi sociali, è un avvocato e si occupa di diritto civile e alimentare, consulente e legale della Pubblica amministrazione, mediatore civile e consulente legale di “Science4Life”, spin-off dell’università di Messina, e questo le ha fruttato, nel 2016, praticamente ventinovemila euro di compensi professionali, che tolte alcune ritenute sono diventate un reddito dichiarato di 24.969 euro.

Avvocato civilista (ma si è occupata anche di commerciale, tributario, penale e successioni, con un dottorato di ricerca in diritto della navigazione) è anche Dafne Musolino, assessore all’Ambiente e candidata alle europee di fine maggio in quota Forza Italia, che rispetto alla collega di giunta si accontenta nel 2016 di 13.248 euro, un migliaio di euro in meno rispetto ai compensi professionali. Tra il 2008 ed il 2011 è stata inserita nell’albo dei legali di fiducia da Comune, Iacp, Cas e Amam.

Poco più di diecimila euro (10.513) dichiarava invece nel 2017 (quindi redditi del 2016) l’assessore al tempo libero e allo Sport Pippo Scattareggia, che derivano sia da compensi di lavoro dipendente che da reddito d’impresa dell’agenzia di organizzazione di attività di intrattenimento e spettacoli della quale è titolare dal 2000.

Per gli assessori, il compenso previsto da Palazzo Zanca ammonta a un’indennità mensile lorda da 3.553,02 euro (1.776,51 senza aspettativa: 65% dell’indennità di funzione percepita dal sindaco.

Non è pubblicata, invece, la dichiarazione dei redditi di Carlotta Previti, che ironia della sorte è assessore all’Innovazione, delega dalla quale dipendono i dipartimenti che dovrebbero occuparsi del sito istituzionale del Comune. Correttamente allegato per tutti, invece, lo stato patrimoniale.

Alessandra Calafiore e Pippo Scattareggia sono stati gli unici a dichiarare spese di propaganda (poco: 187 e 195 euro, rispettivamente), mentre tutti i colleghi (tutti candidati al consiglio comunale nella lista “La svolta per Messina”, una della sei a sostegno di Cateno De Luca) hanno dichiarato zero spese in proprio, e di essersi avvalsi dei mezzi messi a disposizione dal partito, così come ha fatto lo stesso De Luca, che di spese elettorali ha dichiarato appena 32mila euro: in un’intervista, qualche giorno prima del ballottaggio, aveva previsto in duecentomila euro le spese per la sua campagna elettorale.

 

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