MESSINA. “Da quasi un anno Messina aveva un pianoforte pubblico nel cuore del suo centro storico, la Galleria Vittorio Emanuele. Un pianoforte donato al Comune da due cittadine e collocato in quel luogo dall’Assessorato collettivo alla Cultura del tempo. E così per tanti mesi è stato suonato quotidianamente da tanti studenti e studentesse all’uscita da scuola, da ragazzi e ragazze, musicisti e amatori. È stato un punto di ritrovo per i cittadini e di interesse e attrazione per i turisti. È stato un bene di cui in tante e tanti si sono presi cura spontaneamente, pulendolo e riparandolo all’occorrenza, nel più totale disinteresse dell’Amministrazione De Luca.
È stato normalità. È stato cultura. È stato condivisione.
Tra qualche giorno tutto questo non ci sarà più”. Così in una nota il gruppo politico Cambiamo Messina dal Basso commenta la decisione dell’Assessore Trimarchi di spostare il pianoforte dalla Galleria “Vittorio Emanuele” al Mercato “Muricello”.

”De Luca e Trimarchi hanno infatti deciso di spostarlo, in seguito all’esposto di una cittadina che lamentava il disturbo della quiete pubblica. Per carità, tutti hanno diritto al riposo e riteniamo giusto contemperare le varie esigenze. Ma evidentemente per l’amministrazione De Luca e la solerte burocrazia del Comune di Messina è molto più facile privare un luogo di uno strumento (di cultura) invece che ragionare a fondo sulle diverse modalità di regolamentazione d’uso, che pure esistono e sono state avanzate (come se poi i problemi di quiete pubblica in Galleria nascessero dal pianoforte…)”.

“Un uso così continuo e partecipato non può essere interrotto, un luogo attraversato quotidianamente da centinaia di persone oramai affezionate al suono di questo strumento non può essere privato del suo pianoforte. La buona notizia è che il piano non verrà eliminato, ma entrerà a far parte del processo già in atto di rivitalizzazione culturale del Mercato Muricello. Il Muricello, protagonista di un processo di rinascita culturale già a partire dal Natale nei quartieri 2017, saprà certamente accogliere degnamente il pianoforte.
Ma perché giocare al ribasso, perché avviare guerre fra poveri?”.

“Non ci dovrebbe essere un piano per il Muricello OPPURE per la Galleria: dovrebbe esserci un piano al mercato Muricello, uno in Galleria, uno o più nella periferia Nord, uno o più nella zona Sud… Il pianoforte non dev’essere uno strumento esclusivo, bensì uno strumento d’unione che faccia da volano alla voglia di musica e cultura, così com’è stato finora in Galleria. E allora giù le mani dal “piano per la città”: disegniamo insieme le regole d’uso, ma non spostiamolo da lì.
E nel frattempo, sì, mettiamo un pianoforte anche al Muricello, e piano piano in tanti altri spazi della città. In fondo riteniamo che De Luca e Trimarchi siano in grado di trovare un paio di migliaia di euro anche quando non si tratta di organizzare una sagra. Due (tre, quattro, dieci…) pianoforti sono meglio di uno”.

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