MESSINA. Ventisette accordi raggiunti su oltre 17mila creditori: è il risultato non brillantissimo che il comune di Messina è riuscito a raggiungere in quattro mesi abbondanti di trattative coi detentori del debito di Palazzo Zanca, 220 milioni di euro, derivato da sentenze passate in giudicato. Dei quali, ad oggi, riesce a risparmiare solo quattro milioni.

A novembre il comune di Messina si è imposto per tentare di raggiungere un numero sufficientemente alto di transazioni coi creditori (i grossi creditori) per abbattere del 50% il debito, scadenza che di proroga in proroga è arrivata a slittare a fine aprile. Ma sembra che le cose non vadano come preventivato, visto che a dicembre il sindaco Cateno De luca aveva stabilito di proporre al consiglio comunale di dichiarare il dissesto finanziario se entro il 31 dicembre 2018 non fossero stati sottoscritti gli accordi con numero di creditori di almeno il 70% dell’intera massa debitoria. Cosa che ovviamente non è avvenuta. Ma nemmeno lontanamente.

Per l’esattezza, il Comune ha cercato di chiudere l’accordo coi primi 147 creditori che vantano un credito superiore a 50mila euro, per un ammontare complessivo di 82 milioni di euro sul totale del debito. Di questi, hanno accettato solo in 27. E nemmeno i più esigenti, in termini di denaro, rispetto al Comune. (qui la classifica dei primi dieci, che da soli vantano 56 milioni).

Il più alto dei debiti ad oggi abbattuti di metà è quello da due milioni e 29mila euro del Residence dei Pini, che è passato a un milione e 14mila euro, e che rappresenta il settimo dei creditori a cui il Comune deve più soldi (il primo è la Torno Spa, con un credito da oltre 14 milioni).  Ce n’è anche uno da 925mila euro (dimezzato a 462mila euro) a favore di privati, un altro da 888mila euro, che diventano 444mila, per il pagamento del fallimento della veicoli industriali spa, poi i 520mila euro che il Comune deve alla coop Nuova Presenza che diventano 260mila euro, e uno da 440mila (che diventano 220mila) euro a favore di Cr costruzioni, e una rateizzazione in tredici importi per gli oltre 670mila euro di cui è creditore il Collereale.

In tutto, sono meno di otto milioni gli accordi raggiunti tra abbattimenti e transazioni, su una somma totale di 220 milioni, o anche solo di 82 milioni, considerando i crediti superiori a 50mila euro: per quelli inferiori, che sono decine di migliaia, il Comune rinuncia alla transazione, e pagherà il debito per intero. Ma sono un pugno di creditori a detenere più dell’80% del totale dei debiti del Comune: in 511 attendono 112 milioni, mentre 147, potenzialmente i più “facoltosi”, sono titolari dei debiti sopra i 50mila euro, che in totale ammontano a 82 milioni. Poi c’è la “minutaglia”, che in decenni il Comune non è riuscito a smaltire: 22 milioni di debiti da “responsabilità extracontrattuale”, che derivano da 1928 sentenze, e l’incredibile numero di 14699 sentenze (vinte) di opposizione a contravvenzioni, che dal punto di vista finanziario incidono però per soli quattro milioni di euro.

Nel frattempo, scoppia una grana con il dirigente dell’avvocatura Carmelo Giardina, che non ci sta ad essere abitato quale responsabile della lentezza del procedimento e rispedisce al mittente le accuse che sono arrivata nei giorni scorsi dal sindaco Cateno De Luca. “Stupisce non poco che, a fronte della gravosa attività attribuito a questo dipartimento in aggiunta gli ordina di compiti, si possa parlare di inerzia – spiega in una lettera –  col personale che ha fatto fronte con senso di responsabilità e piena collaborazione. Piuttosto – continua – si fa presente che questa attribuzione aggiuntiva che concentrava nel dipartimento il riconoscimento dei debiti fuori bilancio derivati da sentenza, è stata effettuata prima verbalmente e poi con direttiva senza tenere conto di quanto più volte rappresentato dal sottoscritto in ordine alla insostenibilità del carico di lavoro aggiuntivo senza adeguato personale e attribuzione di spazio lavoro. L’attività straordinaria portata avanti con senso di responsabilità e sacrifici e dal personale interessato, non può protrarsi ulteriormente a causa dell’eccessivo carico di lavoro, anche ordinario, che non è possibile redistribuire tra il personale rimanente che gioco era in precario equilibrio”.

In settimana, l’amministrazione relazionerà sullo stato dell’arte in commissione Bilancio, presieduta dal consigliere di LiberaMe Massimo Rizzo. 

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