MESSINA. Una richiesta a sindaco, consiglio comunale e tutte le forze politiche della città perchè sia proclamato il lutto cittadino dopo l’assassinio di Alessandra Musarra, uccisa dal suo ragazzo ieri notte. E’ l’appello che un grippo di cittadini, organizzati in maniera autonoma, rivolge agli organi di governo della città.

“In seguito al brutale omicidio di Alessandra Musarra, ci rivolgiamo, con questo  appello, alla sensibilità di ogni messinese, alle associazioni e a tutte le forze politiche cittadine affinché venga proclamato il lutto cittadino per celebrare la memoria della vittima di un delitto così atroce e manifestare il dolore di tutta la comunità e la vicinanza dei messinesi ai parenti della vittima quanto a quelli del suo assassino”, si legge nella richiesta.

“L’omicidio di una giovane donna non può e non deve passare inosservato, il femminicidio è un problema culturale che coinvolge l’intera società,  la morte di Alessandra Musarra riguarda ognuno di noi, la solidarietà, la consapevolezza, la necessità di condividere la cultura del dialogo e della comprensione devono essere un obbiettivo primario”, conclude la lettera aperta.

Anche il sindaco Cateno De Luca ha espresso il suo pensiero con un post su Facebook. “Perché uccidere le donne ! Alla vigilia della festa delle donne assistiamo all’ennesimo atto di criminale violenza sulle donne: stavolta è toccato alla trentenne Alessandra Musarra di Santa Lucia sopra Contesse, villaggio popolare della periferia di Messina. Un ennesimo caso di femminicidio consumato dal fidanzato che ha pestato a sangue fino alla morte la povera Alessandra. Non c’è dubbio che in questi momenti prevale in certi uomini quel senso di inferiorità da colmare con il gesto estremo del femminicidio. Domani e dopodomani le bandiere di Palzzzo Zanca sventoleranno a mezz’asta in segno di lutto. Non ci resta che pregare per Alessandra ed i suoi cari con la speranza che certi uomini sfoghino il loro senso di inferiorità rispetto alla donna con altri gesti ed altre forme compensative delle proprie psicosi”.

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