MESSINA. Una corsia protetta che collega praticamente i due laghi di Ganzirri, più una serie di percorsi promiscui, quindi accessibili anche alle auto, a creare una ragnatela di collegamenti, che parte dal lago Grande e termina alla piazzetta di Faro, senza arrivare al Pilone: quattro km di interventi per 1,7 milioni di euro di importo lavori, finanziati con fondi Pon Metro. Ecco cosa prevede la pista ciclabile “laguna di Capo Peloro”

 

Nei tratti delle vie Circuito e Primo Palazzo (appartenenti al circuito ciclopedonale Lungomare) e del tratto della SS 113 (appartenente al circuito Pantano Piccolo) più significativi perché particolarmente oggetto dei lavori, ha una lunghezza complessiva (per entrambi i sensi di marcia) pari a 4000 metri.

Il punto di partenza dell’intero percorso è rappresentato dal nodo A in cui avviene lo scambio intermodale con gli autobus che transitano lungo la Statale 113, mala pista ciclabile vera e propria inizia dallo stesso punto ma del lato mare del lago, quando la strada si biforca per proseguire lungo via Circuito (nodo B).

 

Da lì, e poi dal nodo C al nodo D, tutta la via delle Palme, si prevede di allargare il marciapiede lato mare e proseguire il percorso, a doppio senso di circolazione, di larghezza pari a 2,50 m, separato dalla sede destinata ai veicoli a motore mediante spartitraffico longitudinale fisicamente invalicabile e interrotto esclusivamente in corrispondenza dei passi carrabili autorizzati.

 

 

Il nodo D inizia alla biforcazione della via Circuito con via Primo Palazzo, che si caratterizza non solo per l’ampia carreggiata, ma anche per il senso unico di circolazione e l’assenza di marciapiede. Questo consente di realizzare la pista ciclabile in sede propria, a doppio senso di circolazione, separata dalla corsia destinata ai veicoli a motore da spartitraffico. Non è prevista la realizzazione di sbalzi per eventuali marciapiedi.

 

 

Dal nodo E, grossomodo all’inizio del villaggio di Torre Faro, considerata l’insufficiente larghezza della sede stradale, si prevede sola la realizzazione di un percorso promiscuo: niente carreggiata protetta, ma attraversamenti rialzati, segnaletica verticale e orizzontale, limiti di velocità a 30 all’ora. Il nodo E, e con esso la pista ciclabile, termina poco prima della piazzetta della chiesa di Faro. Per permettere il ritorno alla stazione di scambio intermodale (nodo A), si prevede di realizzare un percorso promiscuo dal nodo C che costeggia il canale degli Inglesi

 

L’intervento più consistente riguarda il tratto lungo la Statale 113, in cui si prevede l’allargamento dell’attuale marciapiede per consentirne l’uso promiscuo a bici e pedoni. I rimanenti tratti del circuito Pantano Piccolo sono stati oggetto di intervento di riqualificazione mediante la realizzazione di un percorso ciclopedonale protetto e, pertanto, il progetto prevede soltanto il miglioramento della segnaletica stradale.

In tutti gli snodi saranno presenti spazi adeguati per l’installazione di rastrelliere da utilizzare, come stazione di scambio, per la sosta delle biciclette.

 

 

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