MESSINA. Dopo il botta e risposta al vetriolo fra il consigliere comunale Libero Gioveni e il sindaco Cateno De Luca, a intervenire sulla questione “cartelle pazze” relative all’Imu 2013 è il movimento politico “MessinAccomuna”, che suggerisce ai consiglieri comunali due quesiti da porre al primo cittadino nella riunione di lunedì in Commissione.

`Le “cartelle pazze” per l’IMU 2013 che hanno raggiunto molti contribuenti messinesi – si legge in una nota – ricorda quanto già accaduto a Barcellona Pozzo di Gotto nel 2016 poco dopo l’insediamento del sindaco Materia: accertamenti di entrata infondati che costruivano equilibri di bilancio in realtà senza basi, col rischio di finanziare spese in realtà non coperte e produrre “buchi” nel bilancio. Qualche consigliere comunale ha agitato un possibile danno erariale legato ai costi di notifica. Riteniamo poco fondato questo punto: se gli enti preposti hanno motivo di credere che vi siano errori o omissioni nelle dichiarazioni devono procedere alla notifica degli atti, che poi potranno essere verificati dai contribuenti ed eventualmente revocati. La questione è un’altra e richiede la risposta ad alcune domande, che auspichiamo vengano poste all’amministrazione nella riunione di lunedì in Commissione:

1)      A quanto ammonta il valore dell’accertamento complessivo sull’IMU 2013?

2)      Che uso intende fare l’amministrazione di questo valore? In particolare, intende utilizzarlo per dare copertura a previsioni di spesa in bilancio?

Tra i documenti del “piano di riequilibrio” – prosegue il comunicato – l’amministrazione ha adottato uno studio (non molto rigoroso, in realtà) sul “tax gap” e fin dal suo insediamento il Sindaco De Luca ha sbandierato l’esistenza di oltre 100 milioni di “evasione fiscale” a Messina. Ci domandiamo se questa iniziativa improvvida e in buona parte infondata sul gettito IMU 2013 rientri nel conto a suo tempo fatto dal Sindaco. Il rischio è che il bilancio del Comune di Messina venga “forzato” con entrate prive di fondamento giuridico, destinate a generare buchi, aumento del contenzioso e squilibri strutturali. Sarebbe interessante sapere, in proposito, se questo accertamento incauto sia frutto dell’autonoma azione degli uffici o se sia stato sollecitato (come sembrerebbe proprio dalla lettura del documento sul “tax gap”) dall’amministrazione».

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