MESSINA. A pochi giorni dall’Epifania, che come ogni hanno “ha portato via” le festività natalizie, riceviamo e pubblichiamo un contributo di Giovanni Quartarone, che in una lunga riflessione fa il punto sulla XXIX edizione del Presepe di Castanea, una tradizione che si rinnova da decenni nel cuore del villaggio collinare della zona nord.

Di seguito il testo integrale della lettera:

«Perché una pianta dia il suo frutto è necessaria una cura continua. Noi umani, perlopiù, rispondiamo alla legge di causa-effetto, ci muoviamo per il mondo spinti dal raggiungimento di un obiettivo che si concretizza e si misura con il denaro, il successo: un edonismo che appaga il nostro affamato ego. Esistono anche le eccezioni e il motore che muove la rinomata manifestazione del Presepe Vivente di Castanea ne è la prova. Per tredici giorni sui Peloritani è Natale. Il clima gioioso e spensierato degli animi colora i pomeriggi freddi e invernali, di tenue sfumature riversando un autentico e mite tepore di serenità. E’ alla fine dell’estate, proprio nel primo bagliore autunnale, nel giorno consacrato all’Arcangelo Michele, che vengono adunati i cuori generosi al fine di mettersi in gioco per rendere viva e vivente la rappresentazione del prossimo Natale. L’embrione prende lentamente forma e lungo il cammino si intercalano avvisaglie di aborti spontanei. Scorrono velocemente le giornate e si arriva alla vigilia. Tutto appare, ed è, sottosopra. Domani ci saranno migliaia di visitatori dietro al cancello della tenuta della famiglia Arrigo. Gli ambienti, quelli grandi, le varie regge dei magi, di Erode, dei Romani sono pronte ma le botteghe degli artigiani, le capanne dei pastori attendono che i figuranti con i loro attrezzi entrino in scena e forse succederà. Un grande “forse” fino al venticinque di dicembre aleggia nella villa-presepe. È una scommessa, fino a oggi sempre vinta.

 

 

Ma potrà anche divenire un’amara sconfitta. E’ inconfutabile che si compia ogni anno un miracolo, grazie alla buona stella che brilla sullo spirito del presepe. Non so fino a quando meriteremo questa grande benevolenza. Sforano di poco le dieci dita delle mani le unità che a singhiozzo provano a percorrere quel tempo che precede l’evento. Cadenzate, ritmicamente sia nei movimenti che nell’impegno, sono le ballerine che puntualmente, tre volte la settimana, provano e creano nuove coreografie e la musica, dal sinuoso taglio orientale, che si espande dal salone ci ricorda che il tempo è vicino. A conclusione tutto è stato bellissimo. I cuori allegri e spensierati alle vent’uno inoltrate, dopo aver salutato oltre seimila persone pazienti e disciplinate, hanno lasciato le loro postazioni paghi dei sorrisi e dei compiacimenti dei visitatori. Lo spiazzale d’ingresso si popola: tanta musica, balli e canti, sono i giovani del bazar, che salutano allegramente la morte di questa edizione sotto l’occhio attento della marmorea scultura di Giovanna d’Arco. In tutti noi emerge un senso di vuoto. Come riempiremo i pomeriggi a venire. Dove e quando in queste serate fredde avremo modo di incontrarci per condividere la bellezza dello stare insieme senza alcuna costrizione? Il nostro fare presepe ci insegna continuamente che solo giocando, nel gioco puro e libero, senza aspettativa alcuna, possiamo sperimentare la bellezza e l’unicità di chi ci sta accanto. Da partecipante, attore con gli attori di un personaggio assegnato, non posso esprimere quanto passa nell’intimo di chi sfida il freddo, i disagi di varia natura e specie, per vivere con noi questo momento magico. Ma non posso non registrare che come le pedine di una scacchiera, al momento dell’inizio del gioco, ciascuno trova e prende il suo posto. Tutti, nessuno escluso, contribuiamo alla riuscita dell’evento. Non è facile né tantomeno pensabile mettere in armonia tante persone: nei giorni di festa si oltrepassano di gran lunga le trecento unità di figuranti, nei feriali chi per impegni lavorativi, chi per motivi suoi, opinabili solo perché viene meno a un impegno assunto in primis con se stesso, preferisce “fare altro”. I giorni di attività richiedono tanta generosità nel mettere in ordine l’intero palcoscenico. Un ordine che va dalla pulizia dei percorsi, del salone di accoglienza, dei servizi igienici, dal disporre i tornelli lungo la via d’accesso, al rifornimento negli ambienti dei materiali di consumo quali cere, carboni, farine,legna etc etc .

 

 

E poi loro, i nostri fratelli minori, gli animali che vanno foraggiati due volte al giorno e che emozione trasmettono quando fiutano che sta per arrivare il loro sostentamento, nel sentirli nel loro verso unico quasi a ringraziare! Due ore prima dell’apertura fervono i preparativi. Si accendono i forni, il gruppo della sicurezza si addestra per fronteggiare la mole di visitatori, si attivano i motori per i giochi di acqua, si provano le musiche, i carabinieri presentissimi, il medico di turno prende posto: tutti medici amici del presepe, di sera in sera, offrono il loro servizio. E poi i responsabili dell’associazione si appostano nei luoghi strategici per garantire il buon esito e sopperire alle necessità, una responsabilità non imposta ma avvalorata e appropriata dalla loro costante presenza nel corso d’opera . I figuranti abbandonano le tavole imbandite, lasciando amici e parenti, per interpretare il loro ruolo con un sacrificio in più da quelli provenienti dalle Marine di Castanea, Piano Torre, San Saba, da Massa san Giorgio e da Messina. Il Presepe è finito. Adesso si attendono le foto e i video che verranno esaminati e avranno dei vincitori: elaborati preziosi che testimoniano nel tempo quanto qui si è avverato. Ci sarà tanto da fare per la prossima edizione che sarà la trentesima. Noi sogniamo che tutta Castanea divenga un presepe che passi dalla cura delle strade alle luminarie, da attività collaterali che rendano piacevole l’attesa, alla collaborazione fattiva delle istituzioni nel realizzare una grande area di parcheggio e cosi risolvere i disagi in cui incorrono anche i naturali,al dare “sante” direttive ai vigili urbani, magari fornendogli l’ordinanza per tempo: Castanea è un casale del Comune di Messina e nella città, per il periodo natalizio, oltre alla ruota ,al presepe sul lago di Ganzirri non conosco altre grandi attrattive. La programmazione va fatta adesso! Sono state graditissime le visite una di inaugurazione del Vescovo il giorno di Natale che senza alcun preavviso abbiamo visto avanzare fra le vie del parco e solo a metà percorso il nostro Presidente, Tonino Spanò, intravedendolo fra i visitatori,con filiale riconoscenza ha fatto gli onori di casa fino alla Grotta e l’altra a conclusione la sera dell’Epifania del nostro Sindaco che con la sua consorte ci ha omaggiato della sua presenza non tralasciando di salutare uno per uno tutti i partecipanti. E sarà presto Natale, buon anno».

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