Il cortile

Chi ha i capelli molto bianchi, ama raccontare di quando nel cortile di Palazzo Zanca si giocava la coppa di basket intitolata a Cesare Lo Forte. Bei tempi. Poi a qualcuno, tra metà e la fine degli anni ’70, è venuto in mente che, per esigenze di spazio, nel cortile dove ci sono rovine pre terremoto (molto pre), ci sarebbe stato benissimo un altro palazzo. In stile…niente. Stile bassissimo impero, dove la funzione sovrasta la forma fino ad annientarla. 

E così, tra via della Neve e via del Forno, nel 1976 dal nulla è sorto un parallelepipedo che ospita decine di uffici diversi. E siccome è moderno, i progettisti hanno pensato bene di farne uno scheletro in ferro imbullonato. Il risultato è che d’estate la temperatura che c’è dentro il “nuovo” palazzo è prossima a quella del sole, i condizionatori viaggiano a palla per tutta la giornata, e l’Enel ringrazia.

Dal piano terra, il cortile è accessibile e le rovine calpestabili e visitabili, e ogni tanto capita che qualche turista ci si avventuri. Da qualche anno viene pulito con una certa regolarità, ed è fruibile, ma prima le rovine erano coperte da una vera e propria jungla. Ovviamente, dal niente spunta in bella vista una baracchetta in plastica preformata, alluminio e lamiera ondulata, che funge da deposito attrezzi. Era previsto fosse provvisoria, è diventata definitiva. Ovviamente.

Fortunatamente, visto da una certa angolatura, anche il “palazzaccio”, così come lo chiamano gli stessi dipendenti che ci lavorano dentro, una qualità ce l’ha: affacciandosi da uno o due posti strategici, in giornate soleggiate, è possibile vedere uno scorcio sublime: il cortile sovrastato dalla facciata interna di Palazzo Zanca che copre Cristo Re che si staglia verso il cielo. Basta solo far finta di non vedere i condizionatori coi fili elettrici a vista che spuntano come funghi dalle finestre.

 

 

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Antonino Principato
Antonino Principato
6 Gennaio 2019 1:13

Splendido articolo. Complimenti!