MESSINA. Terzo atto della sfida, che si gioca ormai tra carte bollate e tribunali (oltre che a comunicati) tra il sindaco Cateno De Luca ed i segretari di Uil e Cgil Ivan Tripodi e Giovanni Mastroeni. Dopo i dettagli della querela per diffamazione depositata da Tripodi emersi ieri, e la piccatissima risposta di De Luca, deciso a non arretrare di un millimetro, oggi tocca di nuovo ai due sindacalisti, che rispondono alla provocazione del sindaco secondo la quale le due sigle avrebbero dovuto per coerenza ritirare le proprie delegazioni dai tavoli di contrattazione.

“I segretari generali di Cgil e Uil Messina Giovanni Mastroeni e Ivan Tripodi in riferimento alle ultime affermazioni del sindaco di Messina Cateno De Luca con cui viene chiesto a Cgil e Uil di ritirare le proprie delegazioni dai tavoli di contrattazione sulle materie dell’azione amministrativa, dichiarano: “In Italia, e anche a Messina, le relazioni sindacali sono normate da leggi e contratti nazionali. Cgil e Uil sono state e saranno presenti ai tavoli nell’interesse dei lavoratori e dei cittadini, esprimendo volta per volta la condivisione o la contrarietà rispetto alle decisioni discusse. Se poi il sindaco De Luca non vuole rispettare le leggi e i contratti nazionali nelle trattative aziendali, dove lo stesso è datore di lavoro, o peggio ancora non inviterà Cgil e Uil ai prossimi tavoli, ci rivolgeremo alla Prefettura di Messina per il mancato rispetto di ciò che è previsto dall’art.28 della Legge 300 del 1970. Infine, così come sostenuto precedentemente, non avendo nessuna acredine, e svolgendo la propria azione in difesa del bene comune auspichiamo che per il futuro ci sia rispetto reciproco anche quando le posizioni possono essere divergenti.  La democrazia, il confronto, sono la base fondamentale per tutte le comunità, Messina compresa. E anche in presenza di posizioni diverse, che devono avere la stessa considerazione delle altre, mai Cgil e Uil, al contrario del sindaco De Luca, hanno pensato di offendere gli interlocutori essendo difensori della dialettica, anche la più aspra, perché da quella possano determinarsi le scelte migliori nell’interesse della collettività”.

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