Quanto importava al Sole 24 ore dell’assenza di Cateno De Luca? Quasi niente. Eppure in città si è fatta davvero sentire (quasi più della sua presenza). La conferma dell’importanza del primo cittadino nel “condizionare” non soltanto l’apertura quotidiana di tutte le testate giornalistiche locali, ma soprattutto il dibattito cittadino non solo politico, lo dimostra il climax (ascendente o discendente, in base ai punti di vista) della qualità di fatti che hanno assunto nel corso di questi giorni rilevanza nelle cronache zanchiane (e nei bar). Mentre la pista del giallo sulla scomparsa di De Luca stava prendendo il sopravvento e tutti erano pronti anche a rivolgersi a “Chi l’ha visto?”, in una città orfana del suo sindaco (che, per altro, non ha ritenuto necessario giustificare nemmeno la sua assenza mentre fino alla settimana scorsa eravamo al corrente anche di quanto miele metteva nel caffè), l’indignazione dei messinesi non si è spenta, anzi, si è trasfigurata spostandosi dalla pagina facebook di Cateno De Luca, ai commenti infuocati e agguerriti su questioni davvero – ma davvero – fondamentali per il bene della città.

A tenere banco nel fine settimana la questione del suide dalla schiena spezzata, che ha sfamato la sete di notizie e scoop dello Stretto garantendo a tutti – per lo meno durante una giocata a carte e fra una fetta di panettone e l’altra – un argomento di discussione (e di cronaca, per molti giornali). Rapido l’intervento della giunta, che non si è lasciata intenerire dalla fine del povero cinghiale, ma che, anzi, preoccupata dalla “tragedia sfiorata” – come è stata definita dal consigliere Franco Laimo – ha predisposto nell’immediato le misure di intervento a San Licandro e a S. Jachiddu cogliendo l’occasione, insomma, per far la parte di amministratori attivi e solleciti alle problematiche della città.

Finalmente l’isola è stata inaugurata, ma poi il problema è diventato quello delle luminarie che sono state posizionate sì ma che restavano spente dopo le 20.30. Problema che, ha rassicurato Millevetrine,  è stato risolto e – sia chiaro – è stata colpa comunque del ritardo dell’Amministrazione comunale nella concessione dell’autorizzazione.

Il quadro esposto a Palazzo Zanca – la cui storia, il cui significato e persino il nome è rimasto ignoto ai più finora –  ha infervorato, poi, gli animi di destra, sinistra, del gruppo misto,  fino a diventare una vera e propria bagarre artistico-culturale dai contorni revisionistici approdando finanche all’interrogativo circa la veridicità della presenza degli spagnoli all’interno del dipinto. Bagarre su cui si attende ancora la risposta ufficiale di Nino Principato, la cui interpretazione è stata corretta da Alessandro Fumia nel corso della conferenza stampa organizzata dall’attivissimoo consigliere Salvatore Sorbello, sempre pronto a prendere posizioni sulle questioni più importanti della città, soprattutto se queste sono occasione per poter usufruire della diretta facebook.

Nel frattempo, comunque, l’annuncio di Cateno De Luca che, tornando in città a gamba tesa e senza preamboli, ha per prima cosa dichiarato a Palazzo dei Leoni, che per la Città Metropolitana è pronto il dissesto, non ha sconvolto gli animi di nessuno. Come se non bastasse, poi, l‘assenza del primo cittadino mentre in aula sono stati votati bilanci consultivo e consolidato, in cui in gioco c’era la stabilizzazione dei precari, è passata più che inosservata per una città in cui si è pronti a proferir parola su quadri, animali e luci, ma che poca importanza dà, invece, all’azione effettiva e concreta degli amministratori scelti e votati a giugno.

«Non eravamo tenuti a presenziare» – si è difeso il Sindaco  – «Non erano bilanci che abbiamo stilato e presentato noi». E, questo, nonostante sia stato lui a dettare i tempi di azione al consiglio comunale – come ha fatto, ad esempio, per il risanamento, la cui scadenza riguardo il termine per lo sbaraccamento era stato fissato al 31 dicembre ma non sarà rispettata nel silenzio e nell’indifferenza generale per il problema. Di tutto questo affannarsi nessuna eco è arrivata al Sole 24 ore che intanto ha bocciato la vivibilità di Messina finita – guarda un pò – agli ultimi posti della classifica.

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