MESSINA. Dopo l’articolo sul disastro della Gamm, la galleria d’arte moderna e contemporanea del Palacultura, pubblicato stamattina da Lettera Emme, ad intervenire sull’argomento è Federico Alagna, l’ex assessore alla Cultura della giunta di Renato Accorinti, che ha inviato una lettera che pubblichiamo integralmente.

“Ho letto con interesse l’articolo sulla GAMM, che trovo meritorio anzitutto per il semplice fatto di aver dedicato attenzione a una parte del patrimonio culturale della nostra città di cui, addetti ai lavori a parte, ci si occupa poco o nulla – scrive Alagna – Ma il quadro desolante e di abbandono da lui tratteggiato è, in realtà, ancor più grave di quel che appare. Per la semplice ragione che è frutto della scelta precisa dell’Amministrazione di Cateno De Luca di non portare avanti le diverse azioni che noi avevamo avviato su questo fronte, o, peggio ancora, del fatto che forse di queste azioni l’Amministrazione non ne è nemmeno a conoscenza”.

“Mi riferisco, in particolare – prosegue l’ex assessore alla Cultura – al pacchetto di misure messo a punto nell’ambito del nostro assessorato collettivo, insieme a Mariateresa Zagone, per far fronte alla incredibile bocciatura del Regolamento – ricordata nello stesso articolo – al quale Tonino Perna aveva dedicato tempo ed energie e che avrebbe finalmente messo ordine, in attesa del completamento della fusione di GAMM e Galleria Lucio Barbera con la creazione di un allestimento unico in un nuovo spazio espositivo (questa delibera si arenò in Commissione consiliare e ad oggi non se ne hanno notizie) – prosegue l’ex assessore – Un pacchetto, il nostro, che prevedeva alcuni semplici passaggi: 1) regolamentazione della gestione ed esposizione delle opere del nucleo fondativo della GAMM (quelle conservate al Vittorio Emanuele e recentemente inventariate, come ricordato nell’articolo), che andava solo predisposta e firmata, essendo stati conclusi già a maggio 2018 tutti i numerosi passaggi propedeutici; 2) pubblicazione del catalogo, per il quale sono state stanziate le risorse ed è stato affidato l’incarico, che è in corso di espletamento e che, se la memoria non mi inganna, avrebbe già dovuto essere completato e presentato alla città; 3) la creazione di un comitato scientifico, di nomina tecnica e non politica (ovviamente), in base a selezione pubblica (ancora ovviamente), per la cura degli allestimenti, della rotazione delle opere, ecc. e per la cui costituzione avevo dato apposito indirizzo; 4) la previsione della possibilità di una cogestione con operatori culturali privati, anche qui attraverso evidenza pubblica, per la quale avevo emanato anche in questo caso un atto di indirizzo, al fine di creare piccole opportunità di lavoro (con possibilità di sbigliettamento, naturalmente, perché il lavoro si paga) e valorizzare appieno la collezione, sempre nel rispetto di alcuni paletti fondamentali (ad es. gratuità dell’accesso per studenti e disoccupati)”.

“Tutto questo sta all’interno del percorso che abbiamo avviato: a occhio direi che sarebbe bastato lavorare un paio di mesi per completarlo. E, paradossalmente, in questo modo la nuova Amministrazione avrebbe anche potuto prendersene i meriti. E invece nulla, non si hanno novità di alcun tipo su questo fronte, segno che evidentemente ci sono altre priorità. Ma ci tenevo a completare il quadro già in parte ben delineato nell’articolo perché se è di per sé grave lasciare il patrimonio culturale in stato di abbandono, ancor di più lo è quando basterebbe davvero poco per valorizzarlo adeguatamente, quando basterebbe semplicemente portare a compimento un percorso già tracciato e al quale mancano solo pochi passaggi per una sua piena attuazione”, conclude l’attivista di Cambiamo Messina dal basso

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