Settanta, ottanta, novanta, alla ricerca di un’identità

 

Negli anni ottanta si affaccia in zona la rotatoria, la solita zona incerta tra Cannizzaro e Cairoli diventa rotatoria per ruotare i flussi da Garibaldi verso Cairoli viale basso e Cannizzaro,  le auto aumentano e schiamazzano,  l’aspetto scomposto della città è quasi un programma antropologico di uso della città , suonano tutti felici e contenti, ovunque c’è spazio per piazzare le Fiat Duna, le Lancia Delta, le Fiat Uno e le Renault 5; è super facile scendere dalle auto e comprare ciò che si vuole ai magazzini Sciolto,  alla drogheria o nei nuovissimi stores degli United Colours. Il lato mare della piazza sarà occupato per una o due annate dai ragazzi degli skateboard che con le spinte e le figure acrobatiche dei fliptrick i jump e i grab porteranno aria nuova di una square americana incrociata con la highway

Su quella timida rotatoria sarà infisso di tutto, dal palo della luce a capocchia buono per illuminare le aree portuali, alla sfilza di prove d’artista e alberi natalizi tradizionali e creativi.

Nel 1988 arriva il papa a Messina e sulla rotatoria germoglierà un prato verde come la speranza con inserti floreali, una grande opera di gardening urbano rinfrescherà la città di prati e fiori come non si vedevano dalla visita del Presidente Segni del 1964. Arrivano le rotatorie e arrivano i cordoli per proteggere le corsie preferenziali e per definire il primato del trasporto pubblico dei bus diventati arancioni, le auto sono obbligate a marciare senza più sostare sui bordi dei marciapiedi, il commercio individua in quelle imposizioni viabilistiche la natura delle prime crisi.

Non sanno ancora che il bus Velocittà sarà solo la premessa al tram; tutti gli anni 90 saranno un campionario di nuove incertezze commerciali, la Messina da bere si muove e si sposta fuori dal vecchio centro in dismissione, sulla rotatoria appare persino un albero di natale fatto con i tubi innocenti dei ponteggi e popolato di palle di natale da pista disco e luci stroboscopiche modello Gloria Gaynor; in quegli anni timide prove di pedonalità legata allo shopping si affacciano svogliate sul viale san Martino.

 

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