La ricostruzione: nuove prove di “landmark”

Dopo aver picconato l’obelisco a forma di fascio, la viabilità del solito punto incerto tra la piazza, la via Cannizzaro e i viali Garibaldi e San Martino sarà disegnata da timidi isolotti salvagente nello stradone su cui atterreranno nuovi oggetti a forma di chiosco per fare da supporto ai pannelli pubblicitari.

Dopo la guerra nuove collocazioni di edifici e nuove rappresentazioni della nuova Italia inviteranno i messinesi alla febbrile opera ricostruttiva e riparativa dei danni di guerra. Dal ‘46 le riparazioni di una città bombardata accompagneranno la nascita della repubblica mentre nel 1951 Messina sopprimerà la linea tramviaria eliminando i controviali alberati in parte del viale, alternando e slabbrando le dimensioni e le proporzioni della sezione stradale in rapporto alla edilizia di bordo, allargamenti di marciapiedi e gli allargamenti delle vetrine dei negozi confermeranno la potenza commerciale dell’economia della nuova Messina. Arriva la prima ondata contenuta di mezzi privati, il vialone libero dagli impedimenti alberati, da Zaera a Cannizzaro, si comincerà a popolare di auto pronte al posteggio e di panciuti autobus verdi bottiglia.

 

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