MESSINA. Il sindaco chiede la dichiarazione di emergenza, il dipartimento nazionale della protezione civile lo nega, il Comune non può proporre ricorso. Perchè il parere di diniego… non si trova. E’ una vicenda paradossale quella che sta vivendo Palazzo Zanca, bloccata nel processo che dovrebbe portare allo sbaraccamento da un inghippo burocratico che sembra fantascienza.

Tutto nasce dalla richiesta, da parte del sindaco Cateno De Luca, dello stato di emergenza, e dei poteri e fondi connessi, per la situazione abitativa e sanitaria delle baraccopoli messinesi: situazione che è stata ritenuta “non emergenziale” dal Dipartimento nazionale di protezione civile per via del fatto che, aveva dichiarato un mese fa De Luca il giorno del diniego, “può essere dichiarato al verificarsi o nell’imminenza di calamità naturali, oppure per eventi connessi all’attività dell’uomo, che per intensità ed estensione devono essere fronteggiati con immediatezza di intervento con mezzi e poteri straordinari. Può essere dichiarato anche in caso di calamità naturali o gravi eventi all’estero ma comunque riferibile ad eventi non programmabili”.

Una motivazione che Palazzo Zanca considera inaccettabile, e contro la quale intenderebbe proporre ricorso al Tar: se solo il diniego ufficiale esistesse. E invece no: esiste un parere trasmesso alla Regione, che a quanto pare non si trova. Alle ripetute richieste di trasmissione da parte del Comune, infatti, a Palermo non hanno risposto favorevolmente. Il sindaco Cateno De Luca si è rimboccato le maniche e sta agendo per via “politica”, tentando l’interlocuzione direttamente con gli assessorati, confortato dal sostegno alle attività di risanamento promesso dal presidente della Regione Nello Musumeci: a Palermo, infatti, lo stato di emergenza è stato dichiarato.

Nel frattempo, il Comune va avanti con le sue sole forze, quindi Arisme, l’agenzia per il risanamento costituita due mesi fa: entro la prima settimana di dicembre saranno consegnati i primi 46 alloggi di Camaro Sottomontagna, destinati all’emergenza nell’emergenza: le baracche di via Cacciola a Camaro a rischio crollo. Dopo lo sgombero delle famiglie c’è da abbattere le baracche: operazione impossibile se non sono tutte libere, avendo le casette i muri comunicanti. Vanno quindi sgomberate tutte le famiglie del rione.

Nel frattempo, sul mercato si cerca di reperire alloggi: è stato composto il gruppo di professionisti indicati dagli ordini professionali in possesso della certificazione REV (Recognised European Valuer) richiesti nell’avviso ricognitivo per la valutazione delle case. Sono  architetti Massimo De Francesco, Stefano Sardone, Claudio De Francesco e gli ingegneri Filippo Gullo e Claudio De Simone: la loro valutazione sarà sottoposta alla controverifica, un controllo successivo per evitare incongruenze e contenziosi post perizia.

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nicolo'
nicolo'
23 Novembre 2018 8:42

Cioè ancora nulla…