MESSINA. “E’ mancata la visione d’insieme tra Palazzo Zanca e le partecipate. Questo ha generato una voragine rispetto alla quale non sono state esercitate le azioni consequenziali da parte del socio unico, il Comune”. Così Cateno De Luca ha iniziato la discussione, che terminerà venerdi col voto del riequilibrio, sulle trenta delibere propedeutiche al “salvaMessina”.

Comincia così il “tour de force” delle trenta delibere da approvare prima del riequilibrio (diciannove delle quali già transitate in commissione e bocciate), e De Luca sceglie di partire con le delibere “di cornice”. ciò che serve al Comune per razionalizzare uomini e risorse.

La prima delibera in discussione è la chilometrica “atto di mero indirizzo e riduzione della spesa da conseguire attraverso interventi di riorganizzazione e razionalizzazione dei servizi municipali e delle società partecipate ed aziende speciali, nonché di riorganizzazione dell’apparato amministrativo burocratico del Comune, e finalizzate alla rimodulazione del piano di riequilibrio prevista dal comma 5 dell’art. 243 bis del decreto legislativo 267/2000.

De Luca la presenta come una “riorganizzazione dell’intera macchina comunale, che oggi sconta una struttura elefantiaca, e la mancanza di impostazione “piramidale”. Tutto questo lo stiamo facendo nell’ottica di razionalizzare i procedimenti – spiega il sindaco – Ci ritroviamo con oltre 70 software tra Comune e partecipate, e questo si risolve in maniera banale: una piattaforma unica soprattutto per quanto riguarda la contabilità”. Quindi i provvedimenti, “a saltare”: “Gli uffici resteranno aperti fino alle 19 per due giorni alla settimana, poi un unico centralino ed un unico gestore dei siti internet, e soprattutto l’ufficio unico delle entrate comunali, per porre rimedio alle “posizioni fantasma” che non risultano alle banche dati dell’anagrafe tributaria finanziaria, cosa che ha provocato il mancato introito di cento milioni almeno”.

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