Il Teatro dei naviganti racconta gli orrori di una vita in manicomio

 

Una vita in manicomio: è l’orrore che contrappunta lo spettacolo Il Fetido Stagno, una produzione Teatro della Girandola che andrà in scena stasera al Teatro di Naviganti: una testimonianza, di coloro che sopravvivevano e sopravvivono ai margini della  dignità, dalla quale traspare ancora oggi la sofferenza silenziosa tatuata su volti e su corpi sporchi. Racconta storie, la storia di tutti quegli “esseri” internati nei manicomi.

Uomini, donne, ragazzi, persone che in passato, venivano etichettati pazzi ma in realtà erano solo diversi per il loro modo di  vedere e vivere la vita. Ammassati insieme in edifici fatiscenti, senza riscaldamento, senza le più  elementari precauzioni igieniche, schizofrenici, omosessuali, paranoici, psicotici, anziani arteriosclerotici, soggetti affetti da cecità e da paralisi totale, ex militari sofferenti di esaurimento nervoso. Tutti insieme, seminudi, parecchi catatonici, alcuni legati a brande arrugginite, da cui colavano urine e feci, in un ambiente maleodorante, intossicato dalla mancanza di umanità, dal silenzio reso insopportabili dal vociare o urlare di tanti. “Il mio corpo era nelle vostre mani, ma la mia anima mi appartiene. Se mi ucciderete, finalmente sarò libero, non morirò invano”. Così recita un verso di una poesia scritta nei primi anni ottanta da Guido, uno dei tanti che ha respirato gli orrori dell’Ospedale Psichiatrico di Reggio Calabria.

Al teatro dei Naviganti di via del Santo 67. Si inizia alle 21 (e si replica domani, sempre alle 21).

 

 

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