MESSINA. Le dirompenti novità contenute nella bozza definitiva di “salvaMessina” contenute nel documento firmato domenica scorsa (riassorbimento dei lavoratori delle coop nella nuova agenzia Messina Social City invece dei tagli e dei licenziamenti), hanno creato scompiglio nel mondo sindacale, e non sono ancora state del tutto metabolizzate. Il risutato? Confusione, guerra uni contro altri e prese di posizione.

Inizia la Uill, che si è alzata dal tavolo delle trattative (insieme alla Cgil) riservandosi di firmare il documento definitivo ma non la bozza di domenica, e che se la prende col sindaco Cateno De Luca per mancanza di trasparenza: “non accettiamo lezioni di rispetto delle regole, né di democrazia partecipativa né dal Sindaco né da altri sindacati, a cui ricordiamo che la nostra rappresentanza è riconosciuta dalla legge e dalla Costituzione e che il Sindaco, per quanto autorevole, deve attenersi per dovere istituzionale a queste precise regole”. Lo scrivono in una nota Pippo Calapai e Laura Strano, rispettivamente segretario generale e responsabile Terzo Settore del sindacato. “A gettare una cortina fumogena in merito alle risorse umane che andrebbero stabilizzate nell’ambito dell’agenzia non è certo la Uil-fpl. Delle risultanze delle proposte concrete  citate dal sindaco, già “esplorate  con la Cisl, inspiegabilmente non troviamo traccia né nei video, né nei verbali”.

Se la Uil attacca il sindaco, l’Orsa, insieme con Isa e Movimento dei lavoratori, attacca invece la Uil (ma anche Cgil), affermando “nostro dissenso sul continuo rimarcare da parte delle sigle sindacali che la nostra presenza in sede di contrattazione non sarà gradita. Conosciamo bene le norme restrittive sulla contrattazione che per blindare la trattativa conferiscono, in modo auto-referenziale, totale sovranità alle tre sigle confederali ma questa volta gli accordi fra controparti che si legittimano a vicenda non hanno impedito ai lavoratori di scegliere liberamente di farsi rappresentare dai sindacati di base e dal movimento spontaneo appena costituito”, 400 lavoratori dei servizi sociali, sostengono le tre sigle sindacali, che concludono con “Chi è rimasto fuori dal confronto non è nelle condizioni di dettare le regole, e riteniamo che in una fase così delicata non si possa consegnare il destino dei lavoratori nelle mani di chi non li ha tutelati nemmeno negli ultimi tavoli tecnici, non firmando il Salva Messina che ha tutelato i livelli occupazionali e tende a eliminare il sistema corrotto e privatizzante delle cooperative.”

Poi c’è la Cgil, che attacca genericamente chi ha parlato di “scissioni interne”: “La categoria è più forte che mai e ricordiamo a tutti che il comparto dei servizi sociali rappresenta una minima parte della Funzione Pubblica”, spiega il segreteario provinciale Francesco Fucile, che non rinuncia a punzecchiare il sindaco: “Rispediamo al primo cittadino le accuse che ci sono state mosse perché se c’è un tentativo di rallentare tale percorso, è necessario che si cerchino i reali responsabili senza sollevare, stavolta siamo noi a dirlo, nessuna cortina fumogena”.

Quindi la risposta al Movimento dei lavoratori: “Non siamo certamente disposti ad accettare la proposta avanzata dal cosìdetto “Movimento dei lavoratori”, di procedere all’assunzione nell’Agenzia attraverso una valutazione ad personam, avendo come unico riferimento dei non ben identificati elenchi e graduatorie stilati in sede di cambio appalto. Forse qualcuno vuole continuare a procedere con le stesse modalità in cui si è operato in questo ultimo decennio, dimenticando che è anche per questo, per eliminare tutto questo, è necessario costituire un’Agenzia pubblica dei servizi sociali”

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