MESSINA. Giorgio Lattanzi, presidente della Corte Costituzionale, ha tenuto la sua Lectio Magistralis “Attualità della Costituzione”, alle 10:30 di questa mattina, all’interno dell’aula magna del Rettorato dell’Università degli Studi di Messina. Fra la platea, studenti, professori e ingegneri che hanno riempito la stanza e il corridoio.

A dare inizio all’evento, il rettore Salvatore Cuzzotrea, che ha ringraziato i ragazzi e le forze dell’ordine per la presenza, sottolineando l’importanza e l’onore per l’università di ospitare il presidente Lattanzi, sentimento condiviso da Maria Carmela Librizzi, prefetto di Messina, che ha organizzato l’incontro con il supporto del presidente emerito della Corte Costituzionale, Gaetano Silvestri, per celebrare il 70° anniversario della Costituzione. “Ringrazio il presidente soprattutto per il titolo di questa lectio magistralis, per aver dato un taglio di attualità – conclude il prefetto -, e auguro lunga vita alla nostra Costituzione”.

Ad introdurre la lectio, il presidente Silvestri, ex rettore dell’Università di Messina. “Sono lieto che Lattanzi abbia accettato l’invito del rettore e del prefetto, e sono felice di vedere tanti giovani perché il contatto con loro mi manca”, ha inaugurato il discorso il presidente emerito.

“Nella nostra Costituzione dobbiamo ai padri fondatori americani l’idea di una carta dei limiti: tutto il costituzionalismo europeo gira intorno a questo affinché nessuno abbia mai tutto il potere e vegano legittimati i diritti fondamentali. […] Ogni costituzione deve mantenere l’equilibrio fra libertà e potere, attualizzando i principi, e da qui il titolo dato dal presidente Lattanzi”.

Accolto da numerosi applausi, ha preso poi la parola Giorgio Lattanzi, esordendo il suo discorso con le esperienze dei viaggi nelle scuole e nelle carceri italiane.

“Ora sono qui per parlare dell’attualità della Costituzione, anche se, dopo quello che ha detto Gaetano non c’è molto altro da aggiungere. Il discorso, però, me lo ero preparato e mi dovrete ascoltare”, smorza la tensione con un pizzico di ironia.

Nella lectio, il presidente ha trattato i vari aspetti che caratterizzano il testo come una Costituzione attuale: la flessibilità del presidente della Repubblica, “che si alterna da protagonista ad arbitro e viceversa”, e la flessibilità della carta stessa che prevede la possibilità di apportare delle modifiche “garantendo una forte contingenza alle esigenze del Paese”.

“Ad un certo punto si è compreso che la carta avesse bisogno di quello che possiamo definire un ‘tagliando’, una revisione. […] Una costituzione deve nascere da elementi costituenti, come la nostra che è nata dalle macerie del fascismo, affinché vicende del genere non vengano a ripetersi”, afferma, riferendosi al precedente intervento del presidente emerito Silvestri: “Oggi si dice che la costituzione si può scrivere a tavolino, ma questo è un errore gravissimo perché, è vero che ci sono state modifiche, ma è anche vero che per due volte i tentativi di riscriverla sono falliti”.

Attualità vuol dire modernità, ma capacità di stare al passo con i giorni, e mutare non vuol dire stravolgere. Anche interventi minori, ma frequenti, finiscono per minare questa fiducia che i cittadini dimostrano verso la Costituzione”, continua Lattanzi.

“La nostra Costituzione ci ha permesso di superare momenti difficili del nostro Paese, grazie proprio a questo equilibrio dei poteri che non sono concentrati solo in una persona”, ha spiegato citando il presidente Mattarella e concludendo con una riflessione personale: “Mi chiedo, perché cambiare? Oppure, potrebbe essere questo il momento giusto per farlo?”, rivolgendosi alla platea. “Io credo di no”.

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