MESSINA. «Una bocciatura prettamente politica che vuole spianare la strada alla privatizzazione del servizio». Così Fp Cgil e Uiltrasporti commentano la bocciatura da parte del Cda del piano industriale di Messina Servizi, anticipando uno sciopero del comparto che sarà proclamato il prossimo 31 ottobre, durante l’assemblea dei lavoratori.

«Nonostante le rassicurazioni di queste ore, funzionali solo a sedare la protesta – scrivono Francesco Fucile e Michele Barresi, segretari generali di Fp Cgil e Uiltrasporti – la strategia dell’amministrazione De Luca era già chiara e ampiamente prevista dalle organizzazioni sindacali: rallentare e poi bocciare la stesura del piano industriale strategico economico finanziario 2018/2025 di Messina Servizi Bene Comune per lasciare in questi mesi in stato di stallo la neo nata azienda, compromettendo servizio e investimenti al fine di giustificare la decisione di aprire alla gestione dei privati».

«Un piano industriale sviluppato – proseguono – con il contributo delle risorse professionali interne all’azienda, come dovuto nel perimetro finanziario del piano Aro approvato il 29 giugno 2016 dal consiglio comunale con delibera 39/C e del Contratto di servizio approvato sempre dallo scorso consiglio comunale. Contrariamente a quanto si obietta sulla stampa, ci risulta che il piano preveda il raggiungimento del 67,17 % di raccolta differenziata al luglio 2019, ben oltre la quota del 65% previsto dalla normativa ( D.lgs 152/2006),  e si superi il 72% a fine 2019, partendo solo dal 23.16% raggiunto nello scorso settembre, dato in crescita nonostante siano mancati da parte del Comune i necessari investimenti e gli apporti minimi di capitale richiesti ammontanti a circa 3 milioni di euro. Rileviamo ancora nel piano bocciato come la previsione economica finanziaria dell’azienda preveda gia dal secondo semestre 2018 un attivo nel risultato costi/ricavi che arriva già dal 2023 a superare il milione di euro e che potrebbe tradursi in una riduzione delle tariffe all’utenza o in maggiori investimenti per l’azienda. Insomma alla luce di quanto ci risulta – scrivono i sindacalisti – la bocciatura da parte del Cda appare politica e non tecnica, frutto di una precisa volontà mai nascosta di privatizzare il servizio pubblico, palesata da subito con la delibera del 29 giugno 2018 con la quale il sindaco dava come atto di indirizzo la liquidazione della società Messina Servizi tarpando di fatto le ali a ogni ipotesi di investimento e rilancio».

«Con senso di responsabilità – si legge ancora nel testo – abbiamo atteso dalla nascita di Messina Servizi l’insediamento della nuova amministrazione che ha già avuto consegnata la prima stesura del piano industriale datata 31 agosto scorso,  l’11 settembre in cda e il 14 settembre al sindaco nella qualità di socio unico e sempre tenuto in stand by per presunte richieste di modifiche, dopo le quali oggi arriva ugualmente la bocciatura che si muove nella direzione della privatizzazione del servizio, aprendo scenari con conseguenze inevitabili sulla forza lavoro, sulle tariffe e con il rischio ben chiaro che un affare di 300 milioni di euro attiri come la cronaca ci insegna appetiti spesso illeciti. Constatiamo che da settimane il servizio subisce anomale criticità che vanno anche oltre le problematiche legate alla ridotta flotta dei mezzi in campo e agli sforzi profusi dai vertici dell’azienda e dai lavoratori oltre l’orario di lavoro – denunciano Fp Cgil e Uiltrasporti – e non vorremmo che anche questa fosse una strategia per seppellire la città dai rifiuti creando il problema. Al Cda ribadiamo che la mancanza del piano industriale e delle piante organiche ad esso collegate ha di fatto paralizzato l’azienda nei ruoli nevralgici e non certo per volontà del sindacato o degli stessi lavoratori. La strategia della tensione e della delegittimazione posta in essere in queste settimane dall’amministrazione la riscontriamo anche sulla questione delle ferie arretrate del personale, messe in discussione da Cda nonostante precisi diritti dei lavoratori e normative di legge confermati con accordi sindacali che ci risulta abbiano avuto anche il parere positivo dell’avvocatura comunale. Tale stato di cose aveva già portato lo scorso 11 ottobre tutte le sigle sindacali ad attivare le procedure di sciopero che oggi a giudizio di Fp Cgil e Uiltrasporti non è ulteriormente procrastinabile nel tempo, ricordiamo al signor Sindaco che ama scegliersi le controparti considerate amiche che Cgil e Uil rappresentano il 75% della forza lavoro nel comparto e pertanto reputiamo indispensabile e prioritario un confronto sul piano industriale da effettuarsi dopo il 31 ottobre, al fine di evitare ulteriori azioni di protesta nell’interesse dei lavoratori e dell’utenza, purché si proceda con un tavolo tecnico nel merito dei contenuti del piano senza gli inutili proclami e le sterili polemiche a cui stiamo assistendo da tempo e soprattutto in questi ultimi giorni».

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