Certe sere scrivere è semplice, altre meno. Adesso, dopo un po’, sono riuscito a trovare la quadratura che ritengo più adatta per la playlist odierna. Vi do sempre attenzione quando commentate in privato, a volte in modo più superficiale, altre in modo più strutturato. A volte vengo spiazzato dalla lucidità di alcuni pensieri. La cosa che però noto spesso è una voglia a vedere qualcosa di più spinto. Lo scrive ogni tanto anche quel mattacchione del direttore (ciao fratellone Ale, tvb) che odia le porcate indie. Allora andiamo. Rockeggiamo. Ora o mai più, come ogni lunedì.

She Wants Revenge – Tear you apart

La costante ricerca di materiale nuovo per evitare ripetizioni dei gruppi mi spinge anche a chiedere, di tanto in tanto, consigli su cosa inserire in playlist. Chi ha la sfiga pesante di scambiare quotidianamente con me qualche chiacchiera sa quanto io ci tenga e quindi si sforza nel darmi bei consigli, e devo dire che stavolta una persona è stata davvero brava a suggerirmi Tear you apart, canzone dei She wants revenge che, ammetto candidamente, conoscevo senza sapere come si chiamasse. Colpa mia, è vero, però ho rimediato e adesso divulgo questo step compiuto nella mia vita per rendere edotti anche voi.

 

Gun – Word Up

Mentre Donnarumma dava senso alla maglietta “Sei più bella di un gol al 90′”, indossata con stile e discreta consapevolezza qualche anno fa su Instagram, il mio amichetto Roberto Grano su RadioStreet sciorinava classici su classici del 1986. Tra questi ha passato anche la versione originale di Word up, canzone che nella storia ha ricevuto diversi omaggi ma il mio preferito resta questo dei Gun nel 1994. Non una carriera sfavillante, quella del gruppo scozzese: a parte la suddetta cover e qualche bel singolone non hanno mai trovato particolare continuità qualitativa e sono finiti abbastanza facilmente in secondo piano in un periodo in cui una settimana sì e l’altra pure spuntavano fuori gruppi nuovi che attiravano l’attenzione. Occasione sprecata.

 

Korn – Freak on a leash

Ok, abbastanza telefonata, ma la cover più famosa di Word up è la loro quindi un pezzo dei Korn era d’obbligo. Uno dei classiconi, forse il brano più iconico del gruppo di Jonathan Davis, sicuramente quello con il video più bello e con il basso più malato (Madonna che bello questo basso. Cioè, veramente, fermatevi ad ascoltarlo. Incredibile). Dicevamo, i Korn. Recentemente sono tornati, purtroppo, agli onori della cronaca perché è morta la moglie dello stesso Davis. Un mesetto fa, nel primo concerto dal fatto, hanno suonato 4U, quella che Davis, tra le lacrime, ha definito la canzone preferita di sua moglie. Un cuoricino per lui.

 

Nolatzco – Educati al successo

Credo che il progetto Nolatzco si sia interrotto con il primo, bellissimo disco del 2012. Credo, perché a cercare notizie su internet non se ne ricava moltissimo, in tutta sincerità. Assalto alla luna, comunque, è uno di quegli album che si dovrebbe ascoltare una volta al mese per poi sospirare, osservare le classifiche italiane, sospirare di nuovo, guardare in cielo, prendere fiato e urlare fortissimo che il mondo fa schifo. Gruppo nato da Giovanni Fanelli, già nei Rossofuoco di Giorgio Canali, io vi consiglierei di ascoltare questa Educati al successo anche solo per capire come sia bello citare i Cccp senza sembrare dei completi cretini.

 

Area – Luglio, agosto, settembre (nero)

Mentre scrivevo la precedente descrizione mi sono sentito strano. Ho percepito un qualcosa di brutto mentre le mie dita sprecavano byte screditando la musica odierna. Ho subito pensato a cosa stavo facendo, e ho deciso di lasciare tutto scritto lì com’era perché ne sono convinto. Poi sono tornato mentalmente indietro nel tempo e mi sono immaginato cosa avrebbe potuto scrivere chiunque abbia ascoltato qualche volta dal vivo un gruppone come gli Area riguardo praticamente tutto ciò che è venuto dopo. E niente, oggi chiudiamo con uno dei gruppi che dovrebbero essere un must nella vita di ciascuno. Chiaramente ho scelto una canzone che richiede massima attenzione, perché alla fine è lunedì, mica pretenderete che io possa rendervi tutto semplice (però la prima scelta era Arbeit macht frei, quindi prego, non c’è di che).

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