MESSINA. Rispettare gli impegni assunti con il “Salva Messina” e non attuare provvedimenti amministrativi non concertati con il Consiglio comunale, previa audizione anche delle parti sociali, che potrebbero comportare irreparabili conseguenze per il Comune di Messina. Sono i punti salienti di una nota scritta dai consiglieri comunali Antonella Russo e Felice Calabrò, che prendono posizione in merito all’annunciata messa in liquidazione dell’Atm da parte del sindaco Cateno De Luca.

“In data odierna – scrivono gli esponenti del Pd – abbiamo presentato una nota indirizzata al primo cittadino, con la quale abbiamo evidenziato la necessità di rispettare gli impegni assunti con il “Salva Messina”, che, relativamente ad Atm, prevede, proprio su emendamento votato dall’aula e proposto dagli scriventi, che, prima della trasformazione in società di capitale pubblico, il Cda di Atm riformuli tutti i bilanci non esistati dal Consiglio comunale dal 2002 in poi, al fine di allineare gli stessi con quelli del Comune di Messina»

«Abbiamo, inoltre, significato che questa notizia di imminente messa in liquidazione di ATM, qualora fosse confermata dai fatti, non solo rappresenterebbe il mancato rispetto di quanto votato in aula nel corso dello scorso consiglio comunale del 15.10.2018 – proseguono i consiglieri – ma si porrebbe in netto contrasto con l’intento collaborativo, più volte manifestato verbalmente anche in questi giorni dal Sindaco De Luca, con il Consiglio comunale, a cui spetta, secondo i dettami dell’art. 42 del Tuel, l’esclusiva competenza a porre in liquidazione società partecipate comunali e aziende speciali; e che si vedrebbe, ancora una volta, messo davanti ad una scelta amministrativa da sottoporre al voto non certo concordata bensì già preconfezionata. A ciò si aggiunga anche la preoccupazione dovuta al fatto che scelte poco ponderate e condivise, non solo sotto l’aspetto temporale ma anche nel merito, rischiano di far commettere irreparabili danni al Comune di Messina, ciò anche in previsione della concomitante predisposizione della delibera di rimodulazione del piano di riequilibrio finanziario, nel quale certamente Atm riveste una posizione oltremodo rilevante. In particolare, ad esempio – concludono – si pongono i problemi legati al fatto che, per recente giurisprudenza contabile, l’Ente socio pubblico non ha più l’obbligo di accollarsi i debiti risultanti dalla liquidazione di una azienda speciale o di una società partecipata; nonché quelli legati a come far coesistere la procedura di messa in liquidazione di ATM con l’obbligatorietà di utilizzare il fondo vincolato per perdite reiterate negli organismi partecipati, introdotta dalla Legge di stabilità 2014».

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