MESSINA. In attesa di capire cosa ne sarà del “Salva Messina”, e di conseguenza del futuro della città e di quello del sindaco Cateno De Luca, il movimento politico “Cambiamo Messina dal basso” si appella ai consiglieri comunali, chiedendo loro di “non rendersi complice dello smantellamento della nostra città che faticosamente stava risalendo la china senza il taglio dei servizi”, e all’intera cittadinanza, a cui spetta l’onere di vigilare “affinché quest’operazione di ridimensionamento non venga portata a termine”.

La richiesta al Civico consesso è contenuta in una nota in cui il gruppo, nato per sostenere la candidatura di Renato Accorinti alle Amministrative del 2013, fa il punto sulla situazione attuale della città, mettendo sotto la lente, e criticando ferocemente, l’operato del primo cittadino, dall’Atm a Casa Serena, dalla questione rifiuti al Messina calcio. 
«Il nostro sindaco – si legge nel comunicato – presenta il “Salva Messina”, col quale decide di risanare le casse del comune attraverso una soppressione dei servizi che porterà dritto dritto a una rivoluzione a vantaggio solo dei privati. I cittadini messinesi perderanno la fruizione dei servizi pubblici, con aumento dei costi pro capite e gestione del settore pubblico affidata a una mera logica del profitto che mal si amalgama con il bisogno di erogare i servizi minimi per tutta la collettività. Noi non ci stiamo! Non ci stiamo ad assistere inermi a un servizio di trasporti ridotto a macchietta con una navetta da Giampilieri a Torre Faro che accumula ritardi infiniti invece che utenti, e lascia sguarniti i territori periferici. Non ci stiamo ad assistere inermi a un servizio di raccolta rifiuti che sembra aver dimenticato il fine ultimo di aumentare la differenziata con conseguente riduzione dei costi per le famiglie. Non ci stiamo ad assistere inermi alla mortificazione dei servizi sociali (casa Serena e casa di Vincenzo verso la chiusura) dimenticando i più bisognosi. Noi non ci stiamo ad assistere inermi alla mortificazione del calcio e dello sport a Messina, dovuta a superficialità nell’ottemperare a provvedimenti burocratici garantiti dalla precedente amministrazione e allo scaricare la colpa delle proprie mancanze sulla società Acr Messina. Non ci stiamo ad assistere inermi a questo continuo teatrino col Consiglio Comunale per fare approvare le proprie azioni a suon di ricatti. E tutto questo in soli tre mesi, nei quali si sono visti solo slogan accompagnati da pericolose idee che peseranno su tutti noi in modo grave, nel quasi totale silenzio di chi trovava solo lacrime e sangue in un piano di riequilibrio che almeno manteneva pubblici i servizi essenziali. A fine mandato a che punto saremo? Vogliamo una città che risorga, non una città che affondi».
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