Di Andrea Denaro

Motori, adrenalina, tensione, gomma bruciata e sana competizione, tutto questo, ad Aragòn, dove dal 4 al 7 ottobre si è svolta la finale della V edizione della “Motostudent international competition” sul circuito “Motorland”, e a cui è stata invitata una rappresentanza del team messinese “Stretto in Carena” (Sic)che ha avuto l’opportunità di confrontarsi con le altre squadre.

L’evento ha visto impegnati i ragazzi universitari di tutto il mondo nella costruzione di un prototipo di motoveicolo da gara 250 cc, 4 tempi e monocilindrico, e ad aggiudicarsi il primo posto sul podio è stato un team milanese.

In cosa consiste la competizione? Si svolge in tre fasi: la prima prevede il cronometraggio dello smontaggio e rimontaggio delle carene; la seconda è una prova di agilità che si svolgerà su degli appositi terreni; e, infine, vi è la gara sul circuito di Aragòn fra tutte le squadre partecipanti, la sfida più attesa.

A questa edizione gli studenti messinesi sono stati invitati solo da visitatori con un commento sulla pagina Instagram del team, che già si è messo a lavoro per l’edizione 2019 – 2020. Questo però, non ha minimizzato la gioia dei ragazzi. “Stentiamo ancora a credere che l’organizzazione della Motostudent si sia accorta di noi, ci ha invitato a seguire la competizione ed è stata un’emozione grandissima”, ha affermato il team leader Dario Milone, partito insieme ai due vice team leader, Umberto Previti e Roberta Palastro, al responsabile del veicolo “Sic”, Davide Zaccone, e al faculty advisor, il professore Giacomo Risitano.

Il gruppo è partito da Messina il 5 ottobre intorno alle 6, per prendere un primo aereo a Catania e un secondo a Bergamo, arrivando all’aeroporto di Saragozza alle 18. Alle 20, l’arrivo al b&b di Calaceitedistrutti, ma super curiosi – rivela Umberto -. Notiamo subito un fermento all’interno del posto: i ragazzi di ‘UniBS’ (il team Motostudent dell’università di Brescia che alloggiava nello stesso b&b)”, e con cui la sera stessa “fra una birra ed una curiosità tecnica, si è creato un bellissimo rapporto”, racconta invece Davide.

Il giorno dopo vi è stata la seconda fase della gara, e una volta arrivati difronte al circuito, “Tutta la stanchezza è svanita”, afferma Dario.

Le emozioni che hanno provato in quel momento? Tensione per i team concorrenti, adrenalina anche se erano sugli spalti, incredulità di essere lì, dove pochi giorni prima si è corsa la “MotoGp”, e voglia di scoprire cosa si prova ad essere in pista. “Nello sguardo dei concorrenti si poteva leggere nitidamente la frase ‘Siamo qui per vincere’, e mi domando cosa si prova davvero. Non vedo l’ora di scoprirlo!”, ha enfatizzato Umberto.

“Arrivati in pista mi si è palesato il mondo che fino ad adesso riuscivo solo ad immaginare. Ragazzi provenienti da tutto il mondo che combattevano per un unico scopo: veder sventolare la propria bandiera sul podio del circuito ‘Motorland’ di Aragòn. Ho realizzato che per diventare ciò che si è destinati ad essere occorre perseguire il proprio obiettivo mettendosi totalmente in gioco. Bisogna essere fantasiosi, intraprendenti e affamati di conoscenza. Bisogna avere un idea, studiarla, testarla, realizzarla e, infine, dimenticarla e ricominciare il ciclo”, spiega Roberta.

Ad accoglierli calorosamente, raccontano i ragazzi, numerosi team pronti a confrontarsi e “super disponibili”. “Due le frasi ricorrenti – illustra Umberto -: ‘Ragazzi, nonostante tutto, ne vale la pena!’ e ‘Vi aspettiamo’. La mia risposta? ‘Arriviamo!’ […] Vedere quei volti sconvolti dalla gioia ti rincuora, e ti fa capire come il duro lavoro, la fatica e le nottate non sono niente quando raggiungi un obiettivo”.

Passa anche il sabato, fra tour e incontri, ma “Domenica è il gran giorno – afferma il vice team leader -, per quanto tutte le prove fin qui affrontate valgano tanti punti, è la gara quella che tutti i team aspettano, quella che decreta il ‘vincitore’, se pur non assoluto, almeno dal punto di vista morale”.

“Tre italiani subito in testa: Brescia, Milano e Padova hanno un altro passo fin dai primi istanti e dopo un paio di curve distanziano il gruppo (piccola riflessione: essere davanti in così pochi metri evidenzia quanto il livello tecnico raggiunto da questi tre team sia alto e quanto tutti i ragazzi si siano impegnati, quindi bravi!)”, racconta Umberto, che sul rettilineo ha visto passare solo la moto dei milanesi: le altre due squadre si sono dovute fermare per un guasto.

Con il taglio del traguardo e i festeggiamenti è terminata l’avventura sulla pista, adesso, il viaggio di ritorno e la presa di coscienza di ciò che sono stati quei tre giorni.

“Quando Dario, Umberto, Roberta e Davide sono tornati li ho visti diversi, con una luce negli occhi che spiccava energia. Con la consapevolezza che la concorrenza tra 2 anni sarà spietata, ma con la convinzione di poter dare serenamente filo da torcere a tutti – evidenzia il professore – Ho visto la capacità di motivare e gestire il gruppo notevolmente migliorata, accompagnata da un desiderio di emergere che fa di noi siciliani dei vincenti”.

“Posso dire di aver vissuto un sogno ad occhi aperti: vedere da vicino la pista che ci vedrà protagonisti nel 2020, le squadre avversarie, l’adrenalina e l’ambizione dei vari team nel conquistare la vittoria – racconta invece Dario – Ho avuto la fortuna di potermi confrontare con una realtà fatta di passione, amicizia e rispetto che fino ad allora avevo solo immaginato, e ora torniamo dal viaggio carichi di nuove emozioni e consapevolezze, torniamo dal nostro team, per fargli vivere le nostre stesse emozioni tramite i nostri racconti”, conclude il team leader insieme ad Umberto: “Ce ne siamo andati con una promessa: saremo lì tra due anni ed entreremo dalla porta principale”.

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