MESSINA. Concessi  i domiciliari con braccialetto elettronico al funzionario dell’università di 52 anni che due giorni fa era finito in carcere, su ordinanza, con le pesanti accuse di violenza sessuale, maltrattamenti contro familiari e conviventi e lesioni personali aggravate. Vittima la compagna, una donna rumena. Il gup Maria Vermiglio, accogliendo la richiesta dell’avvocato Nino Cacia, difensore dell’uomo, ha concesso i domiciliari con braccialetto elettronico.

A seguito dell’interrogatorio ma anche  fronte di “spunti investigativi  offerti dalla difesa” ed “in attesa della cristalizzazione della prova” con un incidente probatorio che è stato già richiesto, il giudice ha ritenuto che è possibile concedere i domiciliari con braccialetto elettronico e divieto di comunicazione.

Ai carabinieri la donna aveva raccontato di aver subito a lungo senza mai denunciare. Sarebbe stata insultata, picchiata anche con un batticarne, minacciata di morte. Infine nel 2016 sarebbe stata costretta ad avere un rapporto sessuale contro la propria volontà dal convivente.

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