Il trionfo di De Luca (versione dispotico-apocalittica)

 

Siamo ad agosto del 2020, pochi giorni dopo il passaggio dell’ultimo tram sulla cortina. È un’estate estremamente torrida, ma nonostante la temperatura improba e la stanchezza accumulata in questi anni, De Luca è già sveglio dalle 5 del mattino di avantieri. Seduto davanti alla scrivania stracolma di delibere, bicchieri di caffè, flaconi di miele e un crocifisso a grandezza naturale in cui ogni settimana viene flagellato un dipendente comunale, estratto a sorte tra i trecento di categoria A e B che non hanno voluto fare gli attacchini, sta esaminando gli ultimi rendering forniti da Skyway per la monorotaia volante, che verrà inaugurata il prossimo dicembre.

De Luca ha gli occhi stanchi, cerchiati da occhiaie scure, i suoi capelli iniziano a diradarsi sulle tempie e non c’è un singolo muscolo del suo corpo che non gli provochi dolore per la costante tensione. Eppure Cateno in questi giorni si sente più carico ed euforico che mai. È trascorso ormai più di un anno dal suo trionfo senza precedenti alle elezioni del 2019 e da allora la città ha cambiato radicalmente volto: il Casinò appena inaugurato a Palazzo Zanca pullula di soldi e di avventori, la festa della Santissima, in scena a Piazza Duomo, è uno degli appuntamenti più seguiti della provincia (soprattutto da quando la carne di pecora è stata sostituita da quella più selvatica dei cinghiali autoctoni di San Licandro e dell’annunziata) e il festival internazionale di musica folk sponsorizzato dalla RedBull (in cui si è esibito in un concerto suonando la ciaramedda, accompagnato al basso dal vicesindaco Salvatore Mondello) è stato un trionfo senza precedenti.

Poi ci sono le vecchie Partecipate: l’ex Atm si chiama adesso “Biscottificio Caruso e Co.”, l’Amam è gestita da una società ungherese che un tempo si occupava di omogeneizzati e quella che fu la MessinaServizi è diventata un Luna Park a tema. 

De Luca però non intende fermarsi. Giusto il tempo di un caffè e di una sigaretta ed è pronto a lasciare la sua stanza e recarsi all’Annunziata Alta per uno dei suoi ormai proverbiali blitz. Stamani sarà ai confini di Montemare per un ultimo sopralluogo: quei montanari ingrati hanno vinto il referendum e sono riusciti a separarsi, ma De Luca ha dichiarato che si riprenderà ciò che è suo, quindi schiera reparti in armi delle Polizie Municipale e Metropolitana al confine di Citola, è già pronto ad invadere Castanea e Ortoliuzzo con le milizie armate, e già che c’è ragiona sull’annessione di Villafranca e Scaletta.

Prima di lasciare la sede del Comune, che adesso si trova a Gravitelli superiore, come da promessa elettorale del 2018, ha giusto il tempo di postare un breve video su Facebook e per dare un’ultima occhiata a una proposta di delibera che giace ormai da giorni in un cassetto. “OGGETTO: Modifica del nome della città di Messina in Santissima Catena dell’Incoronata, sempre vergine e a tratti addolorata, meglio nota come Catena”.

Il sindaco rilegge un’ultima volta il documento e poi annuisce sornione, con un ghigno metistofelico di soddisfazione, e si arriccia i baffi che nel frattempo si è fatto crescere. Proprio un bel nome, per quel grande, controverso e disgraziato paese in provincia di Fiumedinisi.

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Lorella
Lorella
30 Settembre 2018 18:15

l’ultimo scenario e’ il piu’ verosimile…..
bravo