MESSINA. Paradossale ritiro di Vincenzo Nibali dal Tour de France 2018. Il campione messinese costretto ad abbandonare: la frattura di una vertebra gli costa la rinuncia al Tour de France dopo la dodicesima tappa. Gli esami all’ospedale di Grenoble confermano la prima diagnosi dopo la caduta provocata da una moto ai -4 km. Alpe d’Huez al gallese Thomas, che vince in maglia gialla. Froome fuoriclasse vero: ferma la testa della corsa per dare possibilità allo Squalo di rientrare.

LA CADUTA.  “La colpa della caduta – come spiegato dallo stesso Vincenzo  alla Gazzetta dello Sport  nel dopo gara,  è stata di una moto della polizia, (anche se la tv francese non ha mandato immagini dell’accaduto). Froome che in quel momento s’era lanciato all’attacco, da fuoriclasse vero ha fatto rialzare Dumolin, Bardet, Landa e Thomas  ma il francese Bardet dopo alcuni secondi, ha rotto “il patto” con uno scatto secco (azione di cui in serata s’è scusato con un post sui social network). Stavo bene di gambe, continua lo Squalo, e senza perdere la calma ho ripreso a inseguire “a tutta”. Al traguardo il ritardo è stato solo di 13 secondi”.

Fin qui i fatti di oggi ma  senza tornare molto indietro basta ricordare fino all’auto dell’organizzazione che nel 2011 fece cadere Flecha e spedì nel filo spinato l’olandese Hoogerland, o ancora possiamo risalire all’imperizia del motociclista francese  che sul Ventoux nel 2016  fece cadere Porte e Froome. E ci sarebbe tanto altro ancora ma in sintesi sembra tutto incredibile. E’ certamente evidente che la situazione sfugge troppo spesso di mano all’organizzazione transalpina. E anche l’esercito di esaltati che irrompono  sui ciclisti in mezzo alla strada, ubriachi e senza controllo e magari   con un fumogeno  acceso in mano, non è più accettabile.

L’AMAREZZA DI VINCENZO. Dopo l’antidoping, e mentre la dirigenza del team s’è recata dalla giuria per fare reclamo, Vincenzo Nibali ha spiegato ancora meglio l’accaduto: “Bardet aveva una decina di secondi di vantaggio e noi eravamo in mezzo alle moto. In quel punto la strada si stringeva molto (iniziavano le transenne, ndr), c’erano due moto della polizia, Froome ha accelerato e io che stavo bene l’ho seguito. di colpo c’è stato un rallentamento e io sono andato giù (dalle immagini dell’elicottero per un attimo si vede la maglia gialla Thomas mettere un piede a terra, ndr). Stavo bene, la condizione c’era, ci credevo fortemente. Il primo attacco l’avevo fatto solo per vedere chi stava bene. Peccato. Però sono cose che possono succedere quando c’è tanta gente, tanto pubblico”. E lo Squalo lascia la grande corsa e tanto lavoro alle spalle con la sua proverbiale eleganza da campione. (Ciccio Manzo)

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