MESSINA. “La Suprema Corte di Cassazione ci ha dato nuovamente ragione!”. Così Cateno De Luca commenta dalla sua pagina Facebook l’esito dell’udienza che ha messo la parola fine sulla prima fase delle indagini preliminari a carico del sindaco di Messina, accusato dalla procura di evasione fiscale. La Corte romana ha confermato infatti la decisione del Tdl, che lo scorso novembre aveva annullato il provvedimento di sequestro di un milione 750 mila euro e la sospensione da amministrazione di persone fisiche. Provvedimenti che erano stati adottati a chiusura delle indagini della Guardia di finanza, coordinate dalla procura, che portarono all’arresto del sindaco di Messina, poco dopo essere stato eletto deputato regionale (arresto poi annullato dal gip).

«Ieri, mentre ero in consiglio comunale a Messina – scrive il primo cittadino – si stava svolgendo a Roma l’udienza innanzi alla Suprema Corte di Cassazione ed ero in continuo contatto con il professor Carlo Taormina per capire se oggi rischiavo di tornare agli arresti domiciliari per la vicenda riguardante la presunta evasione Fiscale che ha causato il mio arresto del 8 novembre scorso poi annullato dal Tribunale della libertà. Il verdetto ci è stato notificato alle ore 7:30 dopo una notte insonne in attesa di notizie. La suprema  Corte di Cassazione ha respinto il ricorso della Procura della Repubblica di Messina, confermando l’inesistenza dei presupposti dell’arresto».

Stamani, intanto, dalle ore 9:00 in poi, si svolgerà al Tribunale di Messina l’udienza preliminare per stabilire se verrà archiviata l’accusa di evasione fiscale nei confronti di De Luca o se verrà rinviato a giudizio. Il verdetto arriverà presumibilmente in tarda mattinata.

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