Caro Assessore Scattareggia, caro Pippo,

avrei voluto invitarti ieri sera a Torino a vedere il mio film “La Prova”, prodotto dall’Ente Teatro di Messina. Di certo saresti stato orgoglioso di vedere, insieme a un pubblico Torinese entusiasta, un’opera realizzata con una rara concentrazione di eccellenze messinesi: attori, musicisti, tecnici ecc… Caratteristiche e modalità di lavoro che ho sempre condiviso con la mia città e con il “mio” teatro. Purtroppo però nulla di ciò che riguarda le uscite di questo film si può trovare sul sito del Teatro di Messina. Parlo di eventi come le Antemprime del MAXXI di Roma, del Festival di Taormina, dell’Arsenale di Pisa o di un pomeriggio che Gianni Canova mi ha dedicato a Lovere, sul lago d’Iseo, fino a quest’ultima proiezione di Torino, giusto per darti un’idea.

No, di questi eventi non trovi nulla sul sito del Teatro, perché il Teatro, pur essendo il produttore del film (ormai solo nominalmente) non ha alcun interesse a che il film (realizzato con un costo irrisorio) venga distribuito, con conseguente vantaggio economico. Prova ne è che da più di un anno lo stesso teatro “produttore” non risponde alle richieste di distribuzione (ASAP Cinematografica) anzi, mascherandosi dietro impedimenti burocratici, cela, di fatto, la volontà di danneggiare la mia persona e il lavoro delle persone che hanno collaborato con me ma anche e soprattutto quello del Teatro stesso! Se il termine congiura ti sembra antico, pensa a una fatwa, termine più contemporaneo. Altrimenti non si capirebbe  come mai un teatro in crisi rinunci a incassare soldi.

Sto parlando, Assessore, di quello stesso teatro che non ha ancora presentato il bilancio consuntivo del 2017, né il preventivo 2018 (che sta per finire), che non produce teatro, che ha impiegato l’orchestra (un tempo stagionalizzata) per un numero irrisorio di giornate, un teatro che ha appena chiuso i battenti per riaprire (forse!) a settembre o a ottobre, continuando a pagare profumatamente circa sessanta dipendenti. Un teatro che non farà attività estiva, che ha perso più o meno 500 mila Euro di Furs solo nel 2017 e ne perderà altrettanti nel 2018, senza tema di smentita.

Lo stesso che si è classificato “ultimo” (a pari merito) con il progetto artistico presentato al Ministero quest’anno e che, ça va sans dire, non ha ancora programmato la prossima stagione, nonostante i numerosi viaggi e i profumatissimi rimborsi spese, già stigmatizzati dai revisori del conti. E parlo di quel teatro che in quest’anno, in cui nessuno ha trovato il tempo di firmare un contratto di distribuzione, ha annunciato di tutto: produzioni gastronomiche, pierini e lupi addirittura coprodotti con la Rai, scioperi della fame, compagnie stabili, scuole di teatro in collaborazione con la massima istituzione milanese (!)

Nulla di ciò è stato realizzato ma, in compenso, non sono mancate lunghe e periodiche conferenze stampa – spesso condite da insulti gratuiti – e tanti, tanti “protocolli d’intesa”! Tu sai bene cosa sia un protocollo d’intesa nell’amministrazione pubblica: un modo diverso per dire “niente”! Ora se Tu fossi così gentile e curioso da chiedere al Teatro il perché di tutto questo, qualcuno ti risponderà di non badare a me che non capisco niente. Ti dirà che i miei cento film, le mie quarantacinque regie, i miei libri, i teatri che ho diretto (per cinque anni quello di Messina) e i riconoscimenti che ho avuto, non valgono niente. Quindi TI PREGO di controllare di persona la situazione del Teatro di Messina, così potrai renderTi conto di quale sia effettivamente il tipo di esperienza, di competenza amministrativa e soprattutto professionale in ambito teatrale e musicale che si può trovare all’interno dello stesso. Prova, per favore, a chiedere a un dipendente quale sia stata l’ultima volta che è andato a teatro o quale sia l’ultima produzione del Teatro di Messina a cui ha collaborato con entusiasmo, con quali artisti, giornalisti, studiosi della materia si è potuto confrontare. Oppure prova a fare domande più semplici, tipo: dov’è l’ufficio di produzione? Chi è il vostro organizzatore? Ma se questo è troppo, prova a chiedere se qualcuno ha il numero dello stabile di Parma, per esempio, o di Perugia o di altri teatri con cui i nostri dipendenti dovrebbero essere in contatto, sempre in rappresentanza del Teatro. Mi dispiace farTi tante richieste, anche perché, se dovessi essere così gentile da accoglierle, dovrai anche disturbarti ad andare di persona perché se provi a telefonare non risponderà nessuno. Mai!

Un ultima precisazione. Perché, si sa, gli sciacalli sono sempre in agguato. Ho scritto il “mio” teatro perché  è il teatro della mia città, perché ci lavoro ininterrottamente dal 1993 e perché, quando sono a Messina e vado a correre al mattino, passo sempre vicino al Teatro, perché mi piace guardarlo, e se non c’è nessuno che mi vede appoggio la mano sul muro e sento che è ancora lì. Ecco perché l’ho chiamato “mio”. Il Teatro appartiene a chi lo fa e a chi lo guarda, ovvero agli artisti e al pubblico, non ai politicanti e agli impiegati.

Ti ringrazio per l’attenzione e la pazienza e spero nel Tuo solerte aiuto. 

Ninni Bruschetta 

Subscribe
Notify of
guest

2 Commenti
meno recente
più recente più votato
Inline Feedbacks
View all comments
Fabrizio Vigorita
Fabrizio Vigorita
4 Luglio 2018 7:19

Un direttore artistico che ha combinato quello che ha combinato Bruschetta e sodali, dovrebbe avere la decenza di correre in altri luoghi. Perché lui il teatro lo sporca con il solo tocco. Che vergogna, non ha nemmeno la decenza di tacere.