MESSINA – “L’allarme lanciato dai vicini la notte del rogo di Messina è stato, infatti, ricevuto da Catania che ha avvertito i vigili del fuoco per ultimi: sei minuti dopo aver ricevuto la prima chiamata. È quello che emerge riavvolgendo il nastro della tragica notte in cui morirono Francesco Filippo e Raniero”, questo segnala oggi Repubblica
La tefonata di allarme da parte dei vicini è partita alle 4.07, ai Vigili del fuoco è arrivata alle 4.013, mentre le volanti erano già intervenute alle 4.09. Il prim oorario è noto perché riferito più volte dal vicino di casa dei Messina, Giuseppe Natoli. Gli altri due sono stati riferiti in Parlamento dal ministro Riccardo Fraccaro che rispondeva all’interrogazione sul rogo di via Dei Mille, presentata dal deputato messinese, Nino Germanà.
Mentre la chiamata di richiesta di soccorso è arrivata al 118 alle 4.11.56”, un minuto prima che ai vigili.
A decidere la priorità di allarme il Numero unico europeo a Catania, attivo in Sicilia orientale dal giugno 2017.In sostanza qualsiasi numero di emergenza venga composto dai cittadini, a rispondere è sempre il centro di Catania che decide a chi smistare l’allarme. La notte del 15 giugno quando i Natoli chiamarono il 115, fu Catania a rispondere e chiedere i soccorsi messinesi: le volanti erano sul posto alle 4.09, poi è arrivato il 118, chiamato alle 4.12, poi ancora e per ultimi i Vigili del fuoco, avvertiti dopo gli altri.
Ritardi, priorità sbagliate: errori registrati in tutta Italia: “Chi di noi è disposto, per un solo minuto perso eventualmente in più nelle operazioni di “doppio passaggio” tra 112 e 118, che proprio nessun legislatore europeo ci ha chiesto di perdere, in qualsiasi modo, in quei momenti terrificanti, a cedere quel 10% di possibilità di tornare a vivere?”, ha dichiarato il presidente nazionale della Società italiana sistema 118, Mario Balzanelli, che assieme ai sindacati di Vigili del fuoco e della polizia ha chiesto la sospensione del Numero unico.
