MESSINA. “La mattanza delle morti bianche prosegue drammaticamente senza sosta e senza clamore”. Inizia così la nota della UIL Messina e della Feneal-UIL, che ammainano le bandiere listate a lutto e, stringendosi all’immenso dolore della famiglia, piangono la scomparsa di Biagio Amendolia (63 anni), storico iscritto e militante del sindacato, che ha perso la vita cadendo da un impalcatura di un cantiere messinese.

“Purtroppo, come accade da troppo tempo – si legge nel comunicato – i caduti sul lavoro non fanno notizia e, alla stregua di un vergognoso bollettino di guerra, le vittime aumentano giornalmente. È assurdo ed inammissibile che un ultrasessantenne, consumato da decine di anni di lavoro usurante sia costretto ad arrampicarsi su impalcature e ponteggi, spesso fatiscenti e fuori norma. La morte di Biagio Amendolia non può restare impunita e auspichiamo un fermo, deciso e rapido intervento della Magistratura che punisca eventuali responsabilità. Purtroppo, il caro Biagio non tornerà più a casa dalla sua famiglia e, proprio per difenderne la memoria, comunichiamo sin d’ora che la UIL Messina e la Feneal-UIL si costituiranno parte civile nell’eventuale procedimento penale che scaturirà a seguito dell’inchiesta giudiziaria. Al tempo stesso, saremo accanto alla famiglia, alla quale offriamo il nostro sostegno legale per tutte le esigenze legate al tragico evento. Gli accadimenti della giornata di martedì 12 giugno rappresentano l’amara conferma di quanto reiteratamente abbiamo denunciato riguardo i temi di prevenzione e sicurezza sul lavoro. Infatti, accanto alla morte di Biagio Amendolia, la nostra provincia è costretta a piangere anche il povero Giuseppe Cicero, caduto sul lavoro a Patti a causa di un ribaltamento del suo trattore.  A seguito di questi tragici episodi, la UIL Messina e la Feneral-UIL chiedono, ancora una volta, che si proceda ad una forte attività di contrasto alle illegalità e, in tal senso, invitano l’Ispettorato del Lavoro e lo Spresal a svolgere una lotta senza quartiere per colpire le troppe illegalità e punire i responsabili”.

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