“Quando ti perdi o non sai che indicazioni dare, sparsi nel territorio ci sono alcuni punti fermi”

 

ll pilone

 

L’elettrodotto costruito dalla Società Generale Elettrica della Sicilia (Sges) e inaugurato nel 1956, è poi diventato ai nostri tempi l’elettrodotto Enel fino alla sua dismissione; per tutti noi è il Pilone, il Landmark incontrastato dello Stretto di Messina innalzato a Capo Peloro.

Il traliccio misura 224 dal piede metallico e raggiunge i 233 m. Messo sul rialzo della croce in cemento armato, all’origine portava cavi lunghi 3650 m per trasportare elettricità pari a 190.000 terawatt.

L’intreccio metallico pitturato di bianco e rosso cresce come un collo allungato con una testa e due braccia. Nei giorni di nuvole basse è come inghiottito dal cielo, nei giorni di sole s’impone familiarmente come un amico goffo per la sua eccessiva altezza. In questi ultimi tempi il pilone di notte si traveste di luci cangianti sembrando un cubista al night club.

La sua struttura a montanti incastrati come giavellotti, raggiunge le braccia vuote ormai senza fili. Quel Pilone, con il priapismo metallico dei suoi 224 m. si aggiunse al paesaggio in un’epoca assertiva della tecnica, restando fino 1993 l’unico concreto attraversamento stabile dello Stretto. Se prima era verniciato da coraggiosi e invisibili manutentori, il traliccio celibe senza vernice oggi è più arrugginito, sempre eretto ma impotente. Senza tensione elettrica, ci serve per terminare la cavalcata dello sguardo sulla costa e per segnare il punto fermo dei messinesi nati negli ultimi sessanta anni.

 

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