MESSINA. I confronti non finiscono mai. Sabato di scontri dialettici per i sette candidati sindaco. Palazzo dei Leoni è lo scenario per il forum indetto dalla Uil sui temi del lavoro e dello sviluppo. Dopo l’introduzione del segretario generale Ivan Tripodi, drammatico quel suo “siamo ben oltre l’ultima spiaggia” in tema lavoro, tocca al giornalista Lucio D’Amico, vice caporedattore della Gazzetta del Sud, l’arduo compito di moderare l’incontro.

Due minuti a testa per ogni intervento, si parte dal tema lavoro e si finisce al risanamento passando per edilizia scolastica e trasporti. Ad accendere la miccia, però, è la questione Papardo: la possibilità, non remota, di un accorpamento della struttura con l’Irccs Neurolesi, diretto fino a qualche mese fa dal candidato del centrodestra Dino Bramanti, è la scusa per gli attacchi insistiti di Pippo Trischitta di Messina Splendida e dell’ex sindaco di Fiumedinisi e Santa Teresa Cateno De Luca. A prendersi la scena è, soprattutto, l’ex capogruppo di Forza Italia che denuncia una vicinanza sospetta tra Bramanti ed il presidente della Regione, Nello Musumeci, sottolineando le continue presenze a Messina dell’assessore alla sanità Ruggero Razza: “Il Papardo deve diventare un centro oncologico di eccellenza e non un regalo a Bramanti, andate a controllare gli intrecci che ci sono tra lui e Musumeci – insiste – e domandatevi perché l’assessore sia sempre in città”. Refrain instancabile per Trischitta rimane l’attacco a Bramanti, ogni argomento è buono per un riferimento diretto al candidato del centrodestra.

Non più morbido Cateno De Luca: per il deputato regionale il patto di non belligeranza è un lontano ricordo e colpire sul tema Papardo è occasione ghiotta. Il protocollo subisce una scossa con De Luca che polemizza durante la replica di Bramanti a Trischitta, urla senza microfono che si perdono ma che lasciano in eredità il nome di Luigi Genovese come promotore dell’accorpamento. Bramanti prova a non perdere l’aplomb, alla fine ci vuole un pazientissimo D’Amico a far tornare la quiete così da poter strappare a Bramanti la risposta: “Non sapevo nulla del documento e comunque sono contrario ad accorpare Irccs e Papardo, una struttura con carenze gestionali ed economiche”.

I due minuti sono ampiamente superati, diventano però gli attimi più interessanti di un incontro che viene ritmato dalla ripetizione, assillante, di programmi elettorali già noti. La degenerazione del confronto era messa in conto, fisiologico risultato di una campagna all’insegna dell’attacco personale. Si viaggia ad ondate: mentre per il sindaco uscente Renato Accorinti ogni tema è buono per poter rivendicare gli obiettivi raggiunti, per il candidato a cinquestelle Sciacca le risposte hanno come base unica progetti realizzati e autocelebrazione. Breve la presenza di Emilia Barrile, costretta ai saluti per un impegno istituzionale, al suo posto l’assessore designato Salvatore Russo.

Il dibattito non si surriscalda su servizi sociali ed edilizia scolastica, tutti d’accordo e senza progetti rivoluzionari. Sul tema scuola sembra di sentire un disco incantato: “La scuola deve essere un luogo di aggregazione tutto l’anno per evitare la dispersione”, virgolettato buono per tutti, la polemica la accende ancora Trischitta rinfacciando all’amministrazione di non aver saputo convogliare i fondi governativi per l’edilizia scolastica. Secca la replica di Accorinti che produce numeri e nomi di edifici scolastici messi in sicurezza sismica. Il finale regala nuove polemiche su temi caldi come: trasporti, partecipate e risanamento.

Torna protagonista Cateno De Luca: “Il tram fa schifo, lo ha detto anche il direttore generale dell’Atm (oggi presidente) Giovanni Foti, ha ucciso le attività commerciali”. Il suo progetto di tram sospeso aveva acceso la curiosità, tanto che diventa il pretesto per l’unica polemica che coinvolge il candidato del centrosinistra Antonio Saitta. Fin lì l’ex prorettore era rimasto lontano dagli scontri, una battuta colorita di De Luca contro Pietro Navarra desta Saitta che risponde a tono: “Volgare insultare chi non è presente, in più su un tema serio come quello dei trasporti che non va affrontato con progetti fantasiosi copiati da internet”. Atteggiamento distaccato da parte di Saitta, in linea con la sua promessa di campagna elettorale senza scontri. Difficile, però, resistere al solito provocatorio De Luca.

Sul risanamento la scena è tutta di Renato Accorinti che snocciola numeri e interventi: abbattimento delle baracche sostituite da verde pubblico, possibilità per le famiglie in graduatoria di scegliere l’abitazione dal mercato immobiliare. Questo il manifesto che l’amministrazione sventola, dagli avversari arrivano misure già note, con Sciacca che lancia strali verso lo Iacp adesso guidato dall’arci nemico Leonardo Santoro. Il piano regolatore è perfetto per citare il ponte sullo Stretto da parte di Bramanti, le polemiche sul “Salva colline” sono le stesse sentite in questi mesi.

Chiusura sul tema società partecipate: Accorinti rivendica, Sciacca attacca fortemente sul modus che ha portato alla formazione della Messina Servizi, poi la domanda si allarga sulla possibilità di aprire ai privati: Accorinti, Saitta e Sciacca restano fermi sulla forma pubblica, Barrile e Bramanti aprono a compartecipazioni, Trischitta aprirebbe solo alle multinazionali, mentre De Luca chiude caustico con la liquidazione di tutte le società partecipate.

Il tema lavoro? Quello su cui si fondava l’incontro? Turismo e commercio, come da decenni si continua a ripetere. Come se Messina non potesse tendere ad uno sviluppo industriale basato su nuove forme di investimento tecnologico. Ambire alla sola vocazione turistica, o accontentarsi di una manodopera locale impiegata nelle opere pubbliche, non fa altro che mascherare un immobilismo vecchio di anni in sviluppo economico. Nel quale, chi più chi meno, tutti i candidati sembrano essere impaludati.

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